di Sara Ahmed

“J. è un ragazzo senza orecchie che crede nella magia. A scuola però lo prendono in giro, quindi un giorno va da suo papà che gli racconta che c’è un fiume magico che esaudisce i desideri… lui si mette alla ricerca di questo fiume, e quando lo trova desidera di avere di nuovo delle orecchie…”

La mia esperienza e quello del mio gruppo ha luogo durante la seconda settimana della “Bottega delle parole” a Milano. Erano settimane che ci preparavamo a questa esperienza, l’emozione era tanta, sapevamo che avremmo vissuto un’esperienza indimenticabile e non vedevamo l’ora. 

Accoglienza, gioia, calore, cura, amore e serenità…

Sono queste le sensazioni che ho provato sin dal primo momento. Ho sentito di essere nel posto giusto al momento giusto. Siamo entrate e a piccoli passi per conoscere i ragazzi e loro hanno fatto lo stesso. Cercavamo le cose che ci accomunavano, come la musica o le serie tv, e ne parlavamo.

È strano quanto due estranei possano avere in comune, tante volte ad accomunarli è proprio la loro diversità, e ciò che avevamo in comune io e i ragazzi era il fatto di sentirci diversi, perché effettivamente lo eravamo.

Durante la settimana, grazie a tutte le splendide attività proposte dalla formatrice Gabriella, abbiamo avuto la possibilità non solo di vedere noi stessi sotto diversi punti di vista ma anche i ragazzi.

Alcuni di loro sono arrivati da poco in Italia, stanno ancora imparando l’italiano, hanno le loro difficoltà ma, nonostante tutto, ci provano, si mettono in gioco. In loro ho rivisto la me bambina, anche lei arrivata da poco in Italia che non capiva la differenza tra orizzontale e verticale e quindi colorava male. In loro ho visto un coraggio che è solo da ammirare. Non importa se la metro fosse il loro più grande incubo, o se andare al parco potesse triggerare la loro ansia, loro ci provavano comunque, andavano oltre i loro limiti per poter dimostrare a sé stessi e agli altri che sono molto più forti della loro paura. 

La bottega delle parole è un’opportunità per tutti i ragazzi che non hanno avuto tanta fortuna dalla loro parte. 

Questa esperienza è stata un’opportunità per farmi capire che non importa chi sei, da dove vieni o qual è la tua storia, da qualche parte ci sarà sempre un posto per te; troverai sempre la strada di casa.

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