di Barbara Corazza Sveglia ore 5.30? Solo quando vado a correre nel campetto della comunità. Oramai l’orologio biologico ha preso il sopravvento e non ne vuole sapere di ritardare, sennonché di fronte ai momenti di acciacchi della gioventù collezionati in questi mesi. Nel bagno per una veloce pulizia del viso consigliata da L., un’educatrice senza frontiere passata di qui ad agosto, e un vestirsi a cipolla per ogni evenienza climatica della giornata. Faccio poi una colazione abbondante per iniziare bene la giornata e verso le...
di Simone Porciatti Come si può raccontare una crescita? Questo per me non è stato un semplice viaggio, e neanche una vacanza, non so bene come descriverlo, l’unica sensazione che ho è che è stato talmente intenso e pieno di emozioni e sensazioni che mi sembra di aver viaggiato per molto più di un mese. Ogni giorno era un costante mettersi in gioco te e le tue carte, i tuoi dubbi e le tue sicurezze. Il gruppo è stato frutto di...
di Karin Laura Guariso …che ho sempre voluto vivere un’esperienza come questa e condividere spazi e tempo con persone nuove e diverse ma che in qualche modo diventano simili nel desiderio di sperimentarsi. Ti volevo raccontare che non è stato facile all’inizio. Arrivare qui e non trovare il mondo delle favole ma uno immerso nella povertà mi ha colpita, faticare nella comunicazione mi ha affaticata o non avere sempre modo di contattare i miei affetti mi ha rattristita. Però ti volevo anche raccontare che...
di Barbara Corazza (servizio civile in Madagascar) Cara Ambalakilonga, ti volevo raccontare di quella volta che decisi di candidarmi per il servizio civile universale nel tuo paese d’origine: il Madagascar. Era gennaio 2021. Pronta a posticipare l’esame di laurea quinquennale di un anno. Gli eventi, alla fine, mi hanno riservato parecchie sorprese: ho concluso il percorso universitario “malaki laki” (dal malgascio “veloce veloce”) e poco dopo ho deciso di partecipare alla formazione di Educatori senza frontiere, l’associazione che ti gestisce da circa vent’anni, anche...
di Silvia Morici “Ci sono tutti , tutti quanti, non in fila, e nemmeno in cerchio, ma mescolati come farina e acqua nel gesto caldo che fa il pane: Io è un abbraccio”. C.L Candiani È stato un viaggio a piedi nudi, un contatto cuore a cuore, con natura, con i sassi e il legno dell’anfiteatro della Mammoletta. Mi sono sentita radicata alla terra, respirando verso il cielo, ho assaporato ogni istante, ogni essenza di quegli attimi vissuti. Abbiamo lavorato alla creatività, che ognuno ha dentro di sé, e ...
di Francesca Adamoli Il cielo è nuvoloso, mi sistemo la sciarpa per non prendere troppo freddo. Saliamo in cucina per preparare la colazione al gruppo, come sempre c’è Bianca ad accoglierci: “avete dormito bene?”. Chiara racconta i suoi mille sogni; io non sogno, dormo … dopo 9 ore di sonno avrei dormito anche quelle dell’insonne Bianca. Adesso dolci note riempiono la cucina: il caffè che sale nella moka, gli altri compagni di viaggio che si siedono al tavolo, lo sgranocchiare delle fette...
di Simone Torge PIANO PIANO – MORA MORA: DOVE ALTRO DEVI ANDARE? “Mora-Mora”, probabilmente una delle prime espressioni che impara chi arriva in Madagascar: vuol dire “piano piano” ( la “o” si legge “u” qui). È la prima espressione che ho imparato ad Ambalakilonga e, tra tutte, quella che mi riporto nel cuore dopo il viaggio. Un viaggio teso ad apprezzare la cura nelle cose ed il tempo nel suo scorrere in mezzo alle (tante) attività da realizzare. Sì, perché le cose qui...
di Matteo Sciacca “Quale vecchio noi è morto e quale sopravviverà al ritorno?” Ho trovato queste parole in uno di quei bar rigonfi di persone che trovi sulla strada per Santiago. Inaspettato era il luogo dove trovarle, ed inaspettate quelle parole rimbalzano nella mia testa. In effetti, a pensarci bene, quello che è capitato durante il viaggio è tutto tranne che atteso, tutto tranne che prevedibile. Imprevedibili sono reazioni del nostro corpo al tanto camminare; imprevedibile è il nostro stato d’animo di fronte alla...