di Silvia Morici

Le anime connesse sono invase da più mondi, incontrano più storie, più inciampi, più scoperte. Le anime connesse…sanno esistere, è uno stato di contatto.” -GIANLUCA GHERZI-

Ogni viaggio è una continua scoperta, è un mettersi in gioco da una parte e un sapere cosa non accadrà dall’altra. Mesi prima conosci la destinazione, le persone con cui partirai, ci si incontra per le formazioni, ma la vera scoperta avviene durante l’esperienza che si vive, che si condivide.

Dove ognuno si impegna a scoprire le carte piano piano, a farsi conoscere attraverso le parole dette, i silenzi e lo spirito di inventiva che mette in campo. Ogni persona ha i suoi tempi, non bisogna avere fretta, è uno aprirsi a piccoli sorsi.

In Romania siamo partite in quattro, ognuna ha portato con sé il suo vissuto, le sue aspettative, le sue paure e una parte di incognite.

È venuto naturale affidarsi, senza palesarlo, è stato tutto spontaneo, come se fossimo anime connesse.

Quanti momenti mi porto nel cuore, ma se ripenso a queste due settimane a Panciu, un giorno che racchiude tutto il nostro vivere là, è il giorno prima della ripartenza. Ho ancora presente come stavamo, il nostro percorso stava giungendo al termine, il nostro lavoro con i bambini e le bambine del “Centro Lumea Pinocchio” era terminato, ma noi avevamo bisogno di ritrovarci, di avere un momento di raccoglimento.  Abbiamo rallentato i nostri ritmi, camminato fino al Monastero, che si trovava a VALEA BRAZI, la valle degli abeti, dove vivevano i bambini e le bambine con cui avevamo fatto attività. Questo Monastero, è un luogo incantato, pieno di cura, prati fioriti e calma infinita.

Ascoltarsi, significa connettersi alle scoperte di questi luoghi, che in qualche modo ci hanno cambiate, ci hanno scosso e ci hanno fatto entrare in contatto, con quella parte più intima di noi.

Sta ora a noi dare un senso a tutto questo che abbiamo vissuto.  Non siamo più le stesse persone, il viaggio in qualche modo ci ha trasformate , ha mandato via la nebbia dagli occhi e ci ha permesso di immergerci nella bellezza che abbiamo incontrato.  Ci ha fatte tonare a meravigliarci delle piccole cose, che non sempre riusciamo a vedere, perché spesso la quotidianità può essere travolgente come un tornado.

Ora dobbiamo impegnarci a lasciare aperta la porta del cuore e scegliere cosa fare.

Su gomiti e ginocchi c’è una storia, se chiedo alla mia pelle, lei la sa a memoria.” – Silvia Vecchini-

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