di Elisabetta Pagliuca

Quando parto mi chiedo sempre quale sia il senso del viaggio che sto per affrontare. Cosa porto, cosa lascio, cosa mi porto a casa. Non smetto mai di chiedermelo: prima, durante, dopo il rientro. Come una lista che mi accompagna, come una bussola che orienta il pensiero, l’azione e il cuore. 

Questa esperienza in Bolivia è stata lunga e impegnativa e proprio per questo bellissima, densa e piena di emozioni. Siamo state accolte con calore e affetto, ma anche con molte aspettative sul lavoro che avremmo fatto.

Mi sono sentita orgogliosa di rappresentare ESF in questa terra, ma allo stesso tempo ho sentito la responsabilità di non deludere tutte le persone che credono in noi, che hanno voluto che il progetto ripartisse e che si sono impegnate affinché tutto potesse concretizzarsi.

Non c’è stato un momento in cui non mi sia sentita parte del progetto, grazie non solo alla fiducia e all’affetto delle persone che ci hanno accolto, ma anche alle mie compagne di viaggio, alla complicità e all’equilibrio che si sono creati durante il viaggio. Un accordo armonioso tra note differenti che suonano una melodia unica e originale.

Abbiamo fatto laboratori con studenti, insegnanti, genitori e catechisti. Abbiamo progettato, programmato, modificato e riadattato ogni volta che ce n’è stato bisogno. Abbiamo accolto ogni imprevisto con l’ironia e la pazienza di chi sa che ogni cosa non è per caso e che prima o poi tutto si risolve. A volte ci è capitato anche di navigare a vista, ma avendo sempre cura di seguire gli obiettivi che ci eravamo prefissate, senza dimenticare il significato di ciò che stavamo facendo.

Abbiamo toccato realtà differenti, incontrato molte persone, incrociato tanti sguardi. Ognuno racconta un’esperienza, un’avventura, una storia. Sarebbe stato bello ascoltarle tutte, ma purtroppo non è stato possibile. Spero però che in ognuno di loro siamo riuscite a lasciare una piccola, ma significativa traccia. 

Difficile, se non impossibile trovare le parole adatte per descrivere tutte le emozioni, i vissuti, le sensazioni di questo mese in viaggio. Mi viene in mente, però, un’attività che è stata grande protagonista: quella del disegno condiviso. Un’attività tutto sommato semplice, ma che suscita sempre grande entusiasmo e divertimento, tra grandi e piccoli. E soprattutto trasmette tanti significati: ci dà il senso del lavorare insieme, del rispetto, dell’attenzione per l’altro e della cura.

Consiste nel metterci tutti quanti intorno a un grande foglio bianco e iniziare a disegnare, dando sfogo a tutta la nostra fantasia. A un certo punto, però dobbiamo cambiare postazione, spostarci e continuare il disegno che troviamo davanti a noi, aggiungendo cose, continuando un tratto, colorando delle parti. E via così per tante volte. Alla fine, il risultato è sempre accolto con meraviglia e stupore. Un grande disegno che è fatto di tanti disegni, che sono fatti di ognuno di noi. 

Questa immagine, per me, racchiude il senso del viaggio. Aggiungere il nostro tratto con attenzione, delicatezza e gentilezza, continuare qualcosa che c’è già. Lo abbiamo abbellito, lo abbiamo rispettato. Ce ne siamo prese cura. 

Condividi su: