di Giuditta Marcovecchio

16.07 h 23.45

Non riesco a dormire. Sono emozionata. Ho preparato lo zaino. Ho preparato me stessa, ma non sono pronta. 

Mezzanotte. 

È il 17 luglio. 

Oggi partiamo. 

17. 07 h 7.30

Mi sveglio. Non posso fare colazione. Sono agitatissima. Arriviamo a Termini. Siamo già tutte insieme io, Sara K, Cof, Carola e Aurora. Manca solo Isabella, la conosceremo a Milano. 

Finalmente prendiamo il treno. Si inizia il diario di bordo, è colorato, ci sono i nostri nomi, il nome di Ohana, di ESF. Ci siamo noi. 

17.07 h 14.30

Arriviamo a Milano. Fa caldo (una costante per buona parte del viaggio).

Arriviamo a Parco Lambro. E subito la vediamo. Con le sue costruzioni rosa e il brecciolino a terra. La cascina che ci ospiterà per una settimana. 

Ci catapultiamo in un mondo di forme, colori, musica e parole. Un mondo fatto di noi stessi. Che si nutre della nostra creatività. 

Sono spaventata. Non sono a mio agio con gli adolescenti di solito. Non so cosa dire. Ma poi inizio a parlare con Nina e rido e mi coinvolgo e mi piace. E poi arriva la paura e conosciamo tutti i ragazzi: hanno nomi, storie, sogni e paure. E quindi siamo uguali. La paura passa. 

18.07 h 18.00

Finita la Bottega delle Parole si sistema Casa Margherita per l’arrivo degli avvocati. C’è un evento, sono tutti agitati. Anche noi in realtà. Ma finché non inizia non lo realizziamo davvero. È faticoso. Non ho mai fatto la cameriera. Ma alla fine si fanno le due del mattino tra balletti, fatica, cibo buonissimo e storie. 

19.07 h 8.45

Stiamo andando a Cascina Biblioteca, ci ospiterà per due mattinate. Siamo cariche. In ansia, ma pronte a partire. Dopo una mezz’ora faticosa arriviamo. È bellissimo. Enorme. Ci sono almeno 30 bambini (anzi nani e preadolescenti). È stancante. Io, Isabella e Marita giochiamo con i più piccoli. Sono stata un appendiabiti, mi sono bagnata da capo a piedi. Sono soddisfatta. 

19.07 h 14.00

Si va a Milano centrale. Ci sediamo a terra. Scriviamo le storie dei passanti. Subito passa un bambino con un cappello coloratissimo che non riesce a stare fermo, sono come lui. E poi arriva un prete, stanco, vecchio, imbronciato, non è felice. E ancora un ragazzo con calze a rete, gonna, tacchi e borsa borchiata, mi colpisce, ha coraggio. E passano mille persone che si mischiano e diventano una sola. Diventano me. Non scrivevo tanto da molto tempo. È stato indimenticabile. 

20.07 h 9.00

Si torna a Cascina Biblioteca. La fatica inizia a farsi sentire. Ma non si molla. Anzi mi diverto il doppio di ieri. Conosco Enea. Un’esplosione di emozioni. Conosco Ettore. Mi dice che sembro un fiore. Tanti abbracci, tanti giochi, ed è già finita. Mi chiamano “maestra”, mi dicono “non te ne andare”. Mi emoziono. 

21.07 h 14.00

Nonostante la pioggia non ci hanno fatto evacuare, siamo in Casa Margherita come al solito, per l’ultima volta. E ci raccontiamo ancora. Siamo la somma dei nostri lavori, della nostra arte e delle nostre parole. E siamo un gruppo. Ci sentiamo come tale. Salutarsi è difficile. Intenso. Non ci sono altre parole da dire, o forse ce ne sono tantissime. 

21.07 h 23.30

Evacuazione. Si corre a prendere le valigie e subito a casa di Monica. Salutiamo la Cascina. Speriamo non sia l’ultima volta che la vediamo. 

Ci addormentiamo tardi. Bisogna scrivere le lettere per il gruppo, chiacchierare, e sembra non bastare mai. 

22.07 h 8.00

Siamo in partenza. Milano Centrale. Ancora. Stavolta non ci sediamo sulle scale. Stavolta cerchiamo il nostro treno e partiamo. 

Siamo a Roma. 

È finita. 

O forse non è finita per niente. Forse abbiamo solo iniziato un percorso. Come gruppo. Come persone. 

Dai viaggi si torna cambiati. Termini, così familiare, è la stessa di sempre. O forse no. 

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