di Vicky Samataro

Da qui ogni rumore arriva attutito, ovattato ma ormai le mie piccole orecchie ci sentono benissimo e oltre ai suoni anche le emozioni arrivano forti e chiare e ne provocano di nuove. Che strana cosa le emozioni… non partono da nessuna parte del mio corpo nuovo nuovo ma lo coinvolgono tutto e in questi giorni è successo tante volte e mi sono mossa tanto.

Nei giorni prima della partenza erano tutti un po’ agitati, il papà perché non voleva lasciarci senza di lui per dieci giorni e la mamma perché aveva paura che io potessi non star bene… perché ancora non sa quanto sono forte io!

Poi sentivo anche il desiderio forte della mamma di tornare alla Mammoletta, ne parla sempre come un posto magico, aveva voglia di incontrare di nuovo i ragazzi conosciuti l’anno prima, di conoscere i nuovi e di condividere nuove storie. E io, inebriata da quel desiderio, sono stata buonissima in quei giorni. Volevo vivere questa esperienza con la mamma e non volevo che cambiasse idea. La valigia è pronta, i compagni di viaggio entusiasti: si parte!

Pensavo che avrei osservato tutto dal mio nascondiglio passando inosservata ma ho sentito mille occhi su di me carichi di curiosità e tenerezza.

È come se ognuno, nonostante il proprio bagaglio difficile, guardandomi, attraverso quello strato di pelle e placenta che mi separa dal mondo, si senta invogliato a tirar fuori la parte migliore di sé, quella che non ha perso fiducia.

Aveva ragione la mamma, è davvero un posto magico. E anche io ho fatto la mia parte. Ho ascoltato le storie, dolci, arrabbiate, silenziose e cariche di sogni. È stata una scoperta provare con loro tante emozioni.

Un pomeriggio durante un esercizio che ha fatto la mamma con i ragazzi a un certo punto sono iniziati ad arrivare tanti abbracci e anche io ho premuto le manine contro la parete per ricambiare tutta l’energia colorata che mi hanno fatto arrivare. Non era solo per la mamma, l’ho sentito, era proprio per me! E io ho dato alla mamma il superpotere di abbracciare con quattro braccia e due cuori.

Non so bene cosa mi aspetta di quando uscirò da qui ma so che voglio essere coraggiosa come le persone percepite in quei giorni, avere cura delle emozioni come il tesoro più prezioso e portare nuovi colori nel mondo in cui sto arrivando.

A prestissimo!

Lea

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