di Daniele Fraschini

La mia formazione di maggio ha avuto un sapore particolare. Nelle settimane precedenti mi sono ritrovato ad aspettarla con impazienza, i weekend di formazione sono diventati ormai un’esigenza. Certo sono sempre intensi dopo una settimana di lavoro, ma è una intensità che mi stravolge e mi ricarica allo stesso tempo.
La formazione di maggio è la formazione che viene condivisa con il gruppo di Roma e non vedevo l’ora di ritrovare il compagno di viaggio con cui sono partito per il Madagascar. Non ci vediamo da mesi e mi rendo conto di quanto un’esperienza del genere crei un legame forte tra le persone, prima non ci conoscevamo, dal ritorno in Italia ci siamo sentiti poco, ma la sera prima della formazione ripenso ai momenti passati insieme, alle risate e alle confidenze e sento la necessità di abbracciarlo e prenderlo un po’ in giro.


Rivederlo il giorno dopo mi rende felice, la confidenza è la stessa di qualche mese prima, abbiamo condiviso un’esperienza forte e stupenda che penso abbia lasciato un segno in entrambi. In questi casi mi rendo conto che a volte basta un abbraccio e uno sguardo per capirsi, senza neanche bisogno di troppe parole.

Ormai le partenze si avvicinano e il tema è quello dei viaggi. Il sabato mattina ci siamo divisi in gruppi per parlare dell’importanza della comunicazione sotto diversi aspetti, il mio gruppo si è occupato della comunicazione interna durante il viaggio. É stata un’occasione per chiarirmi le idee su quanto per me sia stata importante la comunicazione e l’ascolto sincero in Madagascar; Allo stesso tempo il punto di vista degli altri ESF è stato interessante e mi ha fatto ragionare su questo argomento da un’altra angolazione.
Il pomeriggio abbiamo fatto un laboratorio sulla danza. Il filo conduttore è il ritmo, il ritmo del nostro corpo, il ritmo mediato da oggetti che possono essere rigidi o elastici, e il ritmo nell’incontro con l’altro.
Come solitamente accade a ESF si è creata un’intesa speciale tra di noi, mi meraviglio sempre della creatività degli altri e mi stupisco delle idee che quasi istintivamente mi vengono senza avere paura di essere giudicato.


Mi ritrovo a riflettere sull’importanza del ritmo: il battito del cuore, il respiro, la marcia durante un cammino…c’è un ritmo in tutto. A volte lo si perde, ma se si ci si ferma, se ci si mette in ascolto, si riesce sempre a ritrovarlo.


La domenica mattina Don Mazzi ha parlato del cammino, del cammino nel viaggio e del camminarsi dentro: in questa formazione ho ritrovato molto questi temi, il fine settimana è stato lo spazio per prendermi cura di me, per divertirmi e ritrovare amici di viaggio e amici di formazione, per riflettere sui viaggi passati, su dove sono ora e per fantasticare sui viaggi futuri. Sono consapevole che tutto questo è legato a un cammino che a volte vedo chiaramente e che a volte invece mi sfugge, ma che come un filo rosso mi guida.
Di solito sono riservato e un po’ introverso, ma le formazioni di ESF mi fanno sempre questo effetto, mi rendono sentimentale, chi conosce educatori senza frontiere potrà capirmi.

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