di Chiara Ferretti

 

Finalmente, dopo ore di viaggio, arriviamo ad Africo e rivedendo il cancello blu dello SPRAR mi sento al sicuro, mi sento a casa. 

Eccomi, sono tornata dai ragazzi, da Anna, Mohammed, Maria Rosa, Luana e Valentina. Dormire nella stessa stanza, sentire gli stessi odori, le stesse voci, vedere nuovamente i murales di Sissoko mi riempie il cuore. 

Già, Sissoko. Quest’anno è un altro, sorridente, chiacchierone, giocherellone. Un ragazzo adorabile. Mi dice che gli dispiace se l’anno scorso non ha quasi mai partecipato alle attività, ma non si sentiva pronto, libero di poter sorridere, aveva troppi pensieri nella testa, c’era in lui troppa sofferenza. Ora invece è uscito dal progetto, vive in una famiglia e la cosa per lui più importante è “fare il bravo“, perché si è reso conto che sia attorno a lui che ai ragazzi dello SPRAR ci sono persone che gli vogliono bene e non vuole assolutamente deluderli. 

Mickael invece, anche se più che partecipare alle attività ci osserva, resta spesso con noi perché così non pensa, così per qualche momento stacca la spina dalle mille preoccupazioni e dai problemi che ha. Pensa sempre alla sua bambina, che insieme alla compagna sono lontane, non vede l’ora di poterle riabbracciare. Spero davvero che riesca a stringere sua figlia tra le braccia il più presto possibile.

Ho un turbinio di emozioni diverse, forti, ancora incomprensibili, ma una cosa emerge chiaramente: mi sento eternamente grata, per gli occhi di una tenerezza disarmante di Sow Boye, per la cura di Adama nei nostri confronti, per i dolcissimi sorrisi di Oussama, per la voglia di fare di Yaya, per le mani rassicuranti di Dampha, per l’energia esplosiva di Kabiro, per il “buon viaggio“ sussurrato di Conteh e per le meravigliose compagne di viaggio con cui ho condiviso ogni momento, che ho cominciato a conoscere ad Africo e ho apprezzato ogni giorno di più.

In testa ora mi rimbomba solo la voce di Mohammed: “aiutate l’altro senza preoccuparvi di cosa avrete in cambio da lui, perché fidatevi di me, il bene genera bene“. 

Di questo sono sempre più convinta e spero con tutta me stessa che se ne accorgano tutti.

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