di Ettore Ceretti

Esaù a casa Juan Pablo ci e’ entrato una quindicina di giorni fa’, ha solo 17 anni ma troppo passato alle spalle.

Quel passato che in silenzio mi mostra , le sue mani tremano, sono quelle di un vecchio ragazzino, troppo giovane per accartocciare la sua vita e gettarla nella polvere , troppo vecchio per salire oltre le nebbie e sentire il sole che ti scalda .

I suoi grandi occhi persi nella paura e lucidi di quelle lacrime che mi dicono “ non so’ se ce la faccio “ mi fanno desiderare che sia realtàà uno dei tanti film di fantascienza dove esistono realtà parallele , prenderei allora per mano Esaù e insieme varcheremmo quel confine, per trovare aldilà ragazzi che a 17 anni non debbano avere paura di quello che l’alba domani illuminerà’.

Il film della vita, pero’ non ci permette di rifare le scene e i fotogrammi girati resteranno li per ricordarci che le parole non dette, gli sguardi di amore non spesi, le tenerezze non regalate rimarranno dei pro memoria appuntati con tanti spilli nel nostro cuore.

 

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