Scritto da Giorgia D’Auria

20 giorni a Huambo, giorni che sembrano secondi. Ti sembra di vivere dentro una clessidra, ti trovi al centro del tempo e sai che non puoi far niente per fermarlo; allora decidi di viverti tutto al massimo e scopri la vera RABBIA, la vera TRISTEZZA, la vera FELICITÀ, quelle sensazioni mai provate prima e che non sai se riproverai.

La RABBIA t’invade quando per la prima volta metti piede nel dormitorio dei ragazzi e vedi che non hanno vetri per ripararsi dal freddo della sera o dalla pioggia che arriva come un fiume in piena senza mai fermarsi; dalle mani usate come pietre nei confronti dei più piccoli, perché qui vige la legge della giungla, va avanti solo chi è più forte e se uno dei più grandi comanda con la violenza, fa parte della vita.

Provi un’immensa tristezza negli occhi spenti o già così pieni di sofferenza di ragazzi che hanno al massimo 15 anni, perché la vita già li ha segnati, ha fatto capire loro quanto può essere dura o crudele. Sto parlando di quella sofferenza che molti non proveranno mai e, spesso, sono gli stessi che si permettono di parlare dai loro divani comodi di casa, con l’ultimo modello di I-phone in mano sintonizzati al tg di canale 5 pensando di essere informati su questa realtà, non sapendo che non la possono neanche immaginare, perchè la realtà purtroppo supera di gran lunga la fantasia.

Ma tutto ad un tratto trovi la FELICITÀ, la trovi in un ballo fatto con Fabio, dove li senti tutti i suoi 5 anni mentre ti stringe forte a sé e il suo respiro così dolce e beato ti entra dentro fino alle ossa e che mai più ti andrà via, lo stesso respiro che, un bambino come gli altri, ha solo con la MAMMA. La trovi in un ragazzo di 14 anni che non fa altro che cercare la tua mano o un qualsiasi pezzo del tuo corpo per trovare quel contatto che non ha mai avuto, lo capisci quello sguardo complice mai trovato prima ma che hai sempre cercato e ogni sera è pura magia quando si cammina mano nella mano o si sta semplicemente seduti uno vicino all’altro senza parlare, vivendo sensazioni così forti che ti cambieranno per sempre e ti fanno sentire una persona completa almeno per un’ ora.
Una domanda mi passa per la testa: siamo noi che apriamo strade impossibili o sono loro che le aprono a noi?
Ho sempre pensato che l’Africa avesse bisogno di aiuto, ma sono io che ho sempre avuto bisogno di lei e non smetterò mai di ringraziarla per avermi fatto capire il vero senso della vita.

 

 

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