Scritto da Giulia Franceschina

Si atterra. Ecco che in meno di 24 ore mi trovo in un luogo altro, in un continente diverso immersa in una cultura che è da comprendere, da scoprire passo dopo passo e rispettare. Potrei raccontare di come sono strutturati i centri che incontriamo, di come lavorano, da chi sono stati fondati, ma voglio invece scrivere delle persone, delle energie che ho incontrato in questa prima settimana e mezza di viaggio, dei luoghi che mi hanno regalato emozioni sia positive, che a tratti negative. Arrivando al CPIJ, centro che accoglie tutti i giorni bambini e ragazzi di Restinga ( Porto Alegre), la cosa che subito mi colpisce è come nella semplicità è possibile essere accolti, sentirsi a proprio agio dove tutto è nuovo. Un abbraccio, un sorriso, parole sbagliate in portoghese. Essere a  km e km di distanza da casa, ma accorgersi che sono le persone che creano la casa, che creano il clima familiare e di spontaneità che permette di sentirmi bene. In un’occasione così speciale di viaggio è difficile scrivere e raccontare senza mai banalizzare il valore inestimabile di ogni incontro, di ogni luogo. Le strade dissestate raccontano storie di vita difficili, l’entusiasmo degli educatori che incontriamo, racconta della voglia di fare, della voglia di cambiare. Il nostro gruppo racconta che è importante prendersi cura di sé stessi e del gruppo stesso, perchè possa esserci un incontro di allegria contagioso tra di noi e con gli altri. Il saper stare in silenzio racconta che è importante apprezzare e incontrare le diversità, perchè è attraverso questo scambio che la nostra identità, o meglio quello che crediamo di essere può migliorare, può cambiare, può contagiare.

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