Scritto da Jennifer Di Tommaso

immaginate un luogo in cui il cielo non vi sovrasta, vi attraversa; l’aria non si respira, si assapora, il tempo scorre non corre ed il sistema nervoso si sistema non si innervosisce. Un luogo dove la gente non t’incontra, ti saluta, dove tutto è vero anche le cose spiacevoli. Questo luogo è il Ruanda, questo luogo è anche ESF!

L’Africa ha il potere di sconvolgere i sensi, ha il potere di aprire strade impossibili che ho potuto percorrere da sola e assieme alle persone, alla natura che le fanno da padrona. Il senso della musica qui è ritmo, allegria e accoglienza. Il senso del dolore è grande ma silenzioso, le donne camminano sotto il sole cocente, con un bambino sul dorso e una brocca d’acqua in testa, con un eleganza naturale; indossano i loro abiti tradizionali, pieni di colori, di fantasia, di creatività. Non fanno trasparire tristezza, solo gli occhi a volte chiedono aiuto, un appello muto e silenzioso. I bambini hanno gli occhi pieni di luce, stanno attaccati al seno vuoto della mamma, hanno un sorriso aperto e non senti, quasi mai, il loro pianto.

Prima della partenza i miei sensi erano sempre gli stessi da ormai 24 anni, lì in africa ne cambi la percezione e a volte risultano incontrollabili. Era come ritornare alle origini, sento di condividere la polvere della terra sabbiosa, i pungenti profumi di spezie quando si passeggia fra le donne sedute a terra nei mercati della città; senti che l’acqua è l’elemento essenziale, e che lì ha un altro valore, anche i sorrisi canzonati dei bambini, tra il ruffiano, il curioso, ed il divertito…tutto assume altre dimensioni, lo spazio, la luce, il gioco, gli sguardi, le strette di mano, il senso dell’esistenza… e mi sento bene, mi sento a casa!

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