di Sara Cofani

Cosa significa essere adolescenti?

Tutto cambia, dentro e spesso anche intorno: cambiano i corpi ed i comportamenti dei compagni, ma cambiano anche le reazioni degli adulti di riferimento, a volte spiazzati da questi nuovi individui che mutano pelle sotto i loro occhi, trasformandosi, e che talvolta si fa fatica a riconoscere, nonostante la frequentazione continua. Bisogna fare uno sforzo, per riuscire a ricordare che sotto questa nuova pelle c’è ancora quel bambino dai grandi occhi spalancati o quella bambina timida e silenziosa.

Per crescere ci vuole coraggio.

Tutto ciò che prima era controllato, guidato, disciplinato, esplode in modo incontrollato, in un tumulto di nuove percezioni e sensazioni. L’adolescenza sa essere un mondo davvero magico, dove gli amici si somigliano, in caratteristiche fisiche, abitudini e passioni -oppure no, perché anche le amicizie, come gli amori, appaiono talvolta inspiegabili.

Sono partita da Pomezia insieme a Sara, Giuditta, Carola, Aurora, Isabella. Desideravo che vivessero giorni di pace ed intensa formazione. Giorni speciali che solo La Bottega delle Parole può regalarti. E così, di colpo, la magia.

Noi e Loro, ma poi solo Noi. Ci vuole coraggio a stare seduti per un po’ di tempo senza alzarsi dal tavolo, a rivolgere lo sguardo, ancor prima che la parola, a tutti quei ragazzi e ragazze sconosciuti di Milano, a raccontare le proprie esperienze, a dire quello che si pensa anche se si ha paura che sia sbagliato o che non interessi a nessuno e a gestire il peso della tua immagine che vorresti svanisse nel nulla.

Una settimana di intenso lavoro sugli autoritratti: dare forma alle immagini e sentire che tutto parli il linguaggio di chi li ha disegnati, posizionati nello spazio del foglio e colorati.

Disegnare e poi scrivere, scrivere e poi disegnare. Ascoltare le storie dell’adolescenza è un privilegio. Significa varcare una porta socchiusa, a volte aperta o addirittura spalancata e sentire l’irruenza delle parole che arrivano. Le parole pronunciate e quelle scritte, le parole che occorrono per esprimere emozioni, sensazioni, e quelle che servono a narrare, le parole che avvicinano e che allontanano, le parole da cui nascono storie.

Oggi sono tornata e mi chiedo ancora: quand’è che noi adulti perdiamo la fiducia, la tolleranza, quella pazienza, quell’amore, o affetto, che trasformano anche i peggiori difetti in particolari significativi e sopportabilissimi, addirittura amabili? Dove perdiamo quello sguardo attento, che paradossalmente solo gli adolescenti hanno, in cui più siamo vicini e pronti a cogliere solo l’intima e profonda sostanza dell’altro, così da amarlo a prescindere?

Ci vuole coraggio per crescere, ma un grande impegno a non perdersi.

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