Di Simona Di Gallo 

“Tutti noi abbiamo un filo che ci lega a qualcuno
(…)
Spesso i fili si intrecciano l’uno con l’altro…”

Un filo solo ma con tanti colori è stretto intorno al mio polso.
All’inizio dell’attività non è stato facile da seguire e poi…perché dovrei farmi guidare da un filo?
Quando l’attività è finita lo abbiamo guardato e ci siamo capiti senza dire niente.
Diviso in due, esattamente a metà, una parte per te e una per me.
Il filo che ora è al mio polso ha un nodo stretto da O.
Il filo che ora è al suo polso è annodato da me, ce li siamo stretti uno all’altro questi nodi fortissimi.
Mi sento un po’ “ingenua” a dirlo ma è bello come se una piccola parte di te fosse con me e la mia con te.

Come un legame che c’è ma non si vede, nato per gioco, e che poi chissà che un giorno ci si rivedrà.
Il filo mi ha dato sicurezza, segna l’inizio, mi ha permesso di affidarmi a chi conoscevo poco.
Il filo segna un legame e ricorda di un posto dove so di poter tornare.
Il filo tiene a distanza quando è in tensione e avvicina se non è tenuto teso.
O. mi guidava attraverso il filo e io mi sono fidata.

Poi è toccato a me … O. si è affidato, fino a lasciare il filo cadere a terra e sentire, ascoltare il mio respiro per farsi guidare.
È stato un piccolo gesto di grande fiducia ed è stato bello sentirsi ascoltata e compresa nel mio silenzio che spesso spaventa chi mi sta vicino.
Sai sono sicura che anche il saper affidarsi sia valore.
Forse affidarsi è come fare i nodi.
I nodi possono unire ma possono essere fatti per sciogliersi in fretta quando c’è bisogno di lasciare andare.
I nodi possono fissare, accorciare le distanze o allungarle.
I nodi possono allentare la tensione.
I nodi possono dare certezza quando non scorrono e sono fissi, possono dare sicurezza e spessore.
Io non sono loro, non li so riconoscere i nodi e a volte mi chiedo…
Chissà quale nodo ha fatto O. al mio filo?

E un giorno il filo è diventato corda da far girare con Giorgia.
E un altro giorno il filo è diventato corda da saltare, ostacolo da superare.
Da sola, in coppia, in tre… in venti.
In venti ma eravamo uno. In venti ma eravamo noi.

E un giorno il filo è diventato corda da annodare, durante un pranzo, per capire e scoprire un mondo di mare.
Ogni nodo ha il suo perché e i ragazzi lo sanno bene quale nodo è meglio fare.
E un giorno il filo è diventato bastone con S.
E un giorno il filo è diventato benda con M.
E un giorno il filo è diventato parola, l’ultima sera, in riva al mare con F.
E un giorno è diventato abbracci con S e G.
E silenzi pieni e densi con D.
E un giorno il filo è diventato meraviglia con Cele, Dani, Lu, Vero e Giuli .

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