Di Daniela Cadeddu 

Spesso le cose se non le vivi non le comprendi.
Mi resta come sempre difficile farmi comprendere e raccontarmi. Quindi non saprei bene come riportarvi la centrifuga di emozioni, pensieri, sorrisi, lacrime, odori, suoni, sensazioni, parole, gesti, movimenti, che mi porto dentro dopo questa mia prima esperienza con Educatori Senza Frontiere.
Non avevo la minima idea di cosa aspettarmi, avevo solo la consapevolezza che non sarei stata da sola.
Che questa esperienza mi sarebbe servita per crescere.
Alla fine, la mia settimana alla Mammoletta, si è rivelata una sorpresa, un regalo che sono grata essermi fatta.

Ringrazio i ragazzi del Campus per aver scelto di farsi guidare durante le attività. Per il senso di energia e solidarietà che mi hanno trasmesso; li ringrazio per avermi accolto nella loro casa, e per avermi addirittura fatto sentire a casa dopo così poco tempo: una cosa che, vista da fuori, sono sicura appaia incomprensibile.

Ringrazio le mie compagne, sei ragazze sconosciute prima di questo viaggio, con le quali sento di aver condiviso più parti di me che con persone che conosco da una vita.
Ringrazio Giorgia, che è stata in grado di coordinare e gestire le attività senza “autorità” o imposizione, che con le sue attività; mi ha dato la possibilità di riflettere e lavorare anche sulle mie insicurezze.
Sono certa che senza questa equipe il viaggio non sarebbe stato lo stesso.

Avrei voluto avere più tempo per finire il percorso, il viaggio che stavamo facendo INSIEME, sulla nostra Zattera. Sono andata via un po’ con l’amarezza di aver lasciato le cose a metà, ma comunque contenta di aver fatto la scelta giusta. Sicura di essermi trovata nel momento giusto e al posto giusto, di aver avuto conferma di come nella diversità di ognuno c’è sempre qualcosa che unisce, e che anche nella diversità degli altri è possibile ritrovarsi.
Torno con maggiore consapevolezza della bellezza che risiede nella diversità, e più convinta che anch’io possa contribuire al cambiamento positivo delle persone.

Certa che il cambiamento sia possibile e realizzabile; più felice, oggi, di sapere che è possibile lavorare per il cambiamento.

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