In questi giorni di “sosta”, i nostri Educatori senza Frontiere ci racconteranno il loro viaggio, il loro attraversamento di questo tempo, per non smettere di viaggiare mai, per non chiudersi mai dentro le frontiere.

Scritto da Giorgio Giustiniani

Quando mi fermo a pensare a questo momento mi viene in mente Nelson Mandela, Silvia Romano, le persone nelle favelas e tutte quelle persone che non hanno scelto di passare questo periodo e in particolare la Pasqua, il Natale e tanti altri giorni speciali, lontani dai loro cari.
Come diceva un ragazzo durante la trasmissione “Propaganda Live” è un virus per ricchi e mi rendo conto che, anche se la situazione è terribile, anche questa volta mi trovo nella parte fortunata del mondo.

In quella parte del mondo dove posso uscire per andare a lavoro, e devo ringraziare per averne uno.
In quella parte del mondo, dove ho la mia casa.
In quella parte del mondo dove ho la famiglia che ho scelto e sono fortunato di averla potuta scegliere.
In quella parte del mondo dove posso fare una videochiamata per vedere le persone che non vivono con me.
In quella parte del mondo dove sempre e comunque ho avuto gli strumenti per non sentirmi in gabbia a meno che non me la costruissi io, la gabbia.
In quella parte del mondo dove scelgo io con quale piede alzarmi dal letto la mattina.
In quella parte del mondo dove cerco sempre un po’ di silenzio e tranquillità e ora, per trovarla, non mi tocca nemmeno scappare in montagna.
E quindi, anche questa volta mi sento fortunato e non ho voglia di buttare neanche un minuto della mia vita, continuo a fare progetti perchè prima o poi finirà tutto, e si ripartirà e sarò pronto e carico per far si che non sia solo in questa parte del mondo.

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