La città di Assisi in tutte le sue parti, camminando sotto il sole, facendo sosta, facendo silenzio, costruendo parole.

Scritto da Federica Berrobianchi

Toc toc.

Busso.

Sulla porta c’è scritto “Anima dell’Anima”.

Una voce calda, forte, dolce e burbera al tempo stesso mi dice: “avanti”.

Entro in punta di piedi e seduto su una sedia a dondolo affacciato alla finestra trovo un omino dai capelli bianchi, un sorriso amorevole e due occhi turchesi profondi come il mare che mi guarda e mi sussurra: “vieni devo farti vedere una cosa…”

Mi avvicino e davanti ai miei occhi si spalanca un disordine molto ordinato di magliette dello stesso colore degli occhi dell’omino seduto alla finestra che cammina e si muove alla scoperta di Assisi.

Si dirigono in diversi luoghi della città: la incontrano, la annusano, la scrutano, la scoprono da un’altra prospettiva.

Lasciano un’impronta con leggerezza.

Mi sembra di sentire il rumore del loro cammino.

È un camminare di passi fatti con i piedi e con la testa, di colori, di sfumature, di domande senza risposte, di felicità e di dubbi, di gesti, di parole dette e non dette, di occhi, di cuori, di poesia, di follia.

I miei occhi non si stancano di guardare, le mie orecchie sentono il rumore dei passi sempre più vicini… e ad un certo punto.. ecco.

Sono lì.

Li vedo seduti sul piazzale della basilica di san Francesco.

Cantano e poi ascoltano e poi si rimettono in cammino e ad un certo punto i miei occhi li vedono allontanarsi fino a scomparire…

Guardo l’omino seduto alla finestra che sorride, mi guarda e mi dice: “corri, ti stanno aspettando, non perdere altro tempo..le cose più importanti della nostra vita le incontriamo per caso”.

 

 

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