Scritto da Cristina Mazza

“Molti sono i modi di vivere la vita che ci è data: si può affrontarla con coraggio e abnegazione, subirla con tristezza e rassegnazione, riempirla di gesti e di parole, quasi a fugare l’angoscia che incombe non appena ci fermiamo. In parte dipende dal carattere di ciascuno di noi, o anche dalla realtà in cui viviamo, cosi piena di rumori e di condizionamenti. A volte sottili, ma non per questo mene violenti. Ma si può vivere altrimenti in modo differente: è ciò che accade quando si incontra l’evento del silenzio, lo si accoglie, lo si fa proprio fino a scoprirne la dimensione di soglia verso qualcosa di più grande” ( da prefazione di  Enzo Bianchi  “Il silenzio via verso la vita – Roberto Mancini – Edizioni Qiqajon)

Ecco la trama che ci ha accompagnato in questo anno di formazione, di cammino in terra straniera, di concitata attività per realizzare i sogni.  Sembra quasi un paradosso , ne sono consapevole. Vivere nella vita di oggi fatta di cose “in corsa” e scoprire che il silenzio è un’esperienza cosi forte difficilmente richiudibile in una definizione, in uno spazio e in un tempo, ma necessario perché gli altri, gli eventi e la vita parlino in noi.

Insieme agli ESF abbiamo camminato in questa dimensione di ascolto, perché il silenzio non è solo condizione necessaria all’accoglienza delle parole, ma uno spazio di attesa  dove poter vivere in modo differente la vita che ci è data. Un grembo che genera nel silenzio vite nuove.

Il silenzio, la parola, la scrittura, il cammino hanno scandito in questo anno il nostro peregrinare nel mondo, il nostro camminare in noi e fuori di noi. L’esperienza del silenzio ci ha permesso di assaporare il senso del nostro fare e del nostro pensare quale orizzonte di significato per le scelte importanti. Ci ha condotto per mano nell’assaporare i tumulti che accompagnano le scelte e le non scelte, di viaggiare in quell’essere che ci appartiene stupiti di tanta grandezza senza limiti, nel “camminarsi dentro” come viaggio indispensabile alla conoscenza mai finita di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere.

Insomma il silenzio come qualcosa che accade, importante per la nostra vita interiore. Soprattutto quando in paesi lontani, distanti mille miglia dagli affetti, dalle relazioni significative, soli con sé stessi e con le responsabilità di scelte importanti, ci si trova ad apprezzare quella parola di cui non si comprende il significato ma che è accompagnata dal gesto, dal sorriso, dalla stretta di mano, dallo sguardo, da quell’infinito al quale non riusciamo a dare nome, ma che rimane dentro di noi come un’esperienza sublime che viviamo solo nell’assenza delle parole e nell’incontro con noi stessi.

Il silenzio spesso ci spaventa, ma è destino incontrarlo sulla nostra strada, e ci apre strade inaspettate, di dà ragione dei nostri desideri profondi, ci fa pensare alle cose importanti della vita per poter affrontare le scelte indispensabili al nostro essere uomini e donne in cammino.

E’ nel silenzio che ci si incontra.

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