Sono già 3 settimane che siamo arrivati in Etiopia. Siamo a Soddo che è una piccola città del sud, nella regione della Wolayta, tante casette fatte di legno, fango e paglia, ricoperte di cemento per essere decorate con i colori tradizionali in un secondo momento.

Scritto da Daniela Giacomini

I più fortunati hanno il tetto di lamiera, gli altri di paglione, un’erba speciale che rimane impermeabile alle frequenti piogge. Pochi i palazzi, ma molti sono in costruzione, si capisce che la città è in fase di espansione e crescita. Intorno tanto verde, la vegetazione tipica dei paesi tropicali, verde, ricca e lucida, ti da quel senso di piante felici. Tanti alberi, alti, antichi, che sembrano guardare e proteggere chi vive in queste zone.

Nella parte alta della città, lontano dalle abitazioni, c’è il centro dei bambini sorridenti, lo Smiling Children Town, ed è un nome autentico, questi bambini sono proprio sorridenti. La mattina noi ESF ci alziamo verso le 8, alle 8:30, facciamo colazione e già cominciamo a parlare del programma della giornata. Subito appena arrivati, i responsabili del centro ci hanno chiesto di organizzare lezioni di italiano e inglese per i bambini che in questo momento sono liberi per le vacanze estive. Con noi c’è una volontaria esterna, Roberta, un insegnante che ci aiuta a organizzare le lezioni. I ragazzi sono più di cento e vengono divisi in 3 classi, siamo in sei e lavoriamo in coppia con un educatore del centro che ci aiuta a tradurre i concetti più difficili nella loro lingua. Ogni mattina alle 9:30 siamo in aula con circa trenta ragazzi. Abbiamo scelto alcuni temi da proporre contemporaneamente a tutte le classi: le parole gentili, i saluti, il cibo, il corpo, le emozioni., i numeri, le date, ecc.

Per noi non è facile fare lezione senza animarla con alcune attività educative, i ragazzi si divertono. La lezione dura solo un’ora, dopo possiamo organizzare le nostre attività ESF. Verso le 11 iniziamo e proponiamo giochi, danze, i laboratori di bio-danza, di interpretazione teatrale, di pittura, le Esfiadi. Nel pomeriggio le attività continuano, non ci fermiamo mai, fino alla sera tardi. Essere sempre impegnati è stancante, ma la domenica che i ragazzi sono liberi, ci rendiamo conto che ci mancano molto. La sera, dopo cena, andiamo ad aiutarli a riassettare la mensa e poi vediamo la televisione con loro oppure facciamo dei giochi all’aperto. Piove spesso, e quindi appena la serata lo consente stiamo all’aperto tutti assieme, sotto il Tukul dipinto di rosso, nero e giallo, ascoltando e ballando con loro le musiche etiopi, facendo tanti giochi.

Poi ci sono le giornate speciali, come la gita nella foresta di Arbamincha. In questo ambiente i bambini e i ragazzi sono liberi di correre, non ci sono pericoli tra gli alberi. Si arrampicano sulle liane velocissimi e molti riescono ad arrivare sui rami alti, in Italia non lo avremmo mai permesso, ma loro sono bravissimi e nessuno si preoccupa. Poi giocano a nascondino, fanno l’altalena con le liane e ci facciamo tante foto. Ma il momento più coinvolgente è il viaggio in pullman per arrivare e tornare da Arbamincha. Con la musica si balla, si canta tutti assieme, c’è un coinvolgimento totale tra noi e i ragazzi. Questi canti ritmati ti trasmettono tutta l’energia dell’essere “umano”, sono i nostri rumori, i versi che dichiarano una grande gioia di vivere, di muoversi, di essere grati alla vita di poter vivere insieme, di sentirsi al sicuro. E noi ci lasciamo trascinare, come sulle onde del mare che ti avvolge e culla, che ti fa sentire un tutt’uno con il mondo, che ti unisce anche quando sei tanto differente.

Il gruppo ESF è forte, partecipe ed entusiasta, unito anche nelle difficoltà, non avrei potuto avere compagni migliori, da loro ho imparato molto, ho riscoperto antichi talenti dimenticati, ho imparato a sognare. Ci unisce un forte creatività e un grande amore per questi ragazzi bellissimi che ci ispirano attività sempre più fantasiose, probabilmente neanche riusciremo a metterle tutte in pratica. Infatti si sta avvicinando il momento di tornare a casa e una lieve malinconia crea lievi ombre nello sguardo di tutti ma continuiamo a goderci questo soggiorno meraviglioso fino all’ultimo giorno, fino all’ultima ora, fino all’ultimo minuto. Con la speranza di aver seminato qualche seme qua e là, di essere riusciti a lasciare un po’ della terra di ESF anche in Etiopia.

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