Un diario per raccontare un’isola. L’Isola d’Elba e la vita degli Educatori senza Frontiere alla Comunità Exodus.

Scritto da Veronica Dionisi

Caro Don,

questa mattina mi sono svegliata con un pensiero fisso: M.

Si perché ieri sera purtroppo, durante un gioco sulla fiducia è capitato qualcosa che ha fato scattare la molla a un ragazzo.

Un ragazzo dolcissimo, profondo e carismatico. La colazione è stata silenziosa, diversa dalle altre mattine. Come al solito abbiamo fatto il risveglio muscolare e i giochi.

Noi ESF prima di cominciare ci siamo riuniti per fare il punto della situazione e capire bene cosa poi saremmo andati a dire ai ragazzi rispetto a ieri sera. È arrivato il momento di “parlare” e il tutor ci dice che M. ha qualcosa da leggere a tutti noi. Sono due lettere, una scritta ieri sera e una stamattina. Avevo gli occhi sbarrati e il cuore in gola. M. aveva gli occhiali da sole, bocca serrata e il libretto di ESF tra le mani. Inizia a leggere la prima lettera e subito mi è salita un’energia da dentro che ho dovuto controllare. La seconda lettera parlava della tossicodipendenza, della difficoltà mostruosa che si prova durante il cammino del cambiamento. Non sono riuscita a controllare le lacrime che ormai scendevano da sole. Cadeva ad ogni sua parola e io intanto cercavo di stare calma e tranquilla. Mi ripetevo dentro che un educatore non può fare così, ma non ho potuto fare altrimenti.

Ho provato a trattenermi ma la dote di M. è speciale: lui scrive esattamente la realtà e arriva dritto dritto al punto. In questo modo ha iniziato a fidarsi di tutti noi e io sono felice davvero. Alla fine della sua lettura siamo rimasti in silenzio, le parole da dire le aveva dette già dette M. in maniera profonda e limpida.

Dopo averlo ringraziato il compito da eseguire era quello di portare il proprio elaborato di ieri, metterlo per terra, scegliere un parola per rappresentare il proprio corpo. È stato bellissimo perché ognuno di loro nel dire la parola coglieva l’occasione per ringraziare M. delle sue lettere e in qualche modo chiedere scusa di tutta la situazione creatasi l’altra sera.

I ragazzi erano davvero sinceri, genuini e bellissimi.

La luce baciava ogni ragazzo e li faceva splendere. Finalmente era di nuovo tutto in armonia e si sentiva l’intero gruppo entrare in sinergia.

Luigi è stato fondamentale in questo percorso. Con le parole giuste ha spiegato quello perfettamente quello che pensavo e sentivo dentro di me.

Ha spiegato che per alcune ESF, tra cui me, è la prima esperienza e che essendo umane ci sono molte emozioni che entrano ed escono e sono difficili da gestire. Allo stesso tempo ha esposto le difficoltà dei ragazzi, il cambiamento, la forza interiore e tutte le dinamiche che i ragazzi hanno ben compreso.

Dopo Luigi anche io ho detto la mia, e cercando di non crollare ho spiegato loro che i veri miracoli dono proprio loro. Giorno dopo giorno come dei “guerrieri” combattono le paure, i dubbi, le difficoltà e piano piano vanno avanti. Avanti con la testa alta e le spalle dritte. Ho detto che ognuno di loro è un contenitore colmo di emozioni e che sono speciali.

Infine Luigi ci da un compito, ovvero quello di metterci in gruppo. Poi dovevamo iniziare a camminare e appena incrociavamo uno sguardo di una persona la dovevamo abbracciare. Cosa non è uscito da questa attività!

Sospiri, lacrime e abbracci puri, bellissimi.

Le persone erano diventate un’unica persona. I cuori battevano all’unisono. Ho abbracciato tutti e infine M. l’ho guardato dritto dritto negli occhi e gli ho detto che credevo in lui. So che ce la farà in questo cammino e gli auguro davvero di ogni bene. Lui mi ha ringraziato, era emozionatissimo. L’ho ringraziato e ci siamo abbracciati un’altra volta.

Il pomeriggio per sfogarci bene bene siamo andati a giocare a calcetto. Isidora e Chiara hanno fatto le foto e incoraggiato le squadre. Io, Silvia e il tutor abbiamo giocato insieme ai ragazzi. Due ore di calcetto e quasi quasi i ragazzi si giocavano gli ESF! ahahah!

A parte gli scherzi, tra goals e urla ci siamo divertiti da matti. La sera ci siamo raccolti in un’atmosfera irripetibile e unica. Luci spente e teli da mare per terra. Abbiamo giocato con le luci delle torce e delle candele. Divisi in piccoli gruppi, una persona riceveva le carezze e i massaggi dalle altre persone e così si faceva a giro. Infine ci siamo messi in cerchio per terra e ognuno doveva massaggiare le tempie, la testa, il collo alla persona che aveva di fronte. Abbiamo concluso l’attività rilassandoci finendo distesi sulla persona che avevamo alle nostre spalle.

p.s. sono davvero contenta di questa esperienza perché ho conosciuto persone fantastiche e provato emozioni uniche. Si sbaglia nella vita e una volta compresi gli errori, ci si pulisce le mani e le ginocchia e si comincia di nuovo a camminare. Auguro a questi ragazzi di trovare finalmente la felicità tanto desiderata e la leggerezza.

Spero davvero con tutto il cuore che non perdano la pazienza e di non mollare tutto quello che hanno costruito con gran fatica e impegno. Sono ragazzi genuini che purtroppo hanno avuto un momento della loro vita in cui hanno perso la motivazione ad andare avanti, ma ora vedendoli così uniti so che nel mio piccolo ho lasciato in loro un messaggio e cioè quello di mettere tutta la forza che si ha per cambiare, migliorare e migliorarsi.

Credete in voi ragazzi e siate forti sempre. Pensate che non siete soli, ma sempre circondati dal gruppo, dalla vostra famiglia.

Grazie con tutto il cuore.

“La felicità è reale solo quando è condivisa” (Into the wild)

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