di Elisa Penna

Esiste in ogni Paese, una strana città sommersa e nascosta, in cui gli abitanti piccini come legnetti hanno come abitazioni delle lampade. C’è chi vive in abat jour di stoffa colorate, chi sospeso su lampadari da grande cerimonia: ogni gemma preziosa è una stanza, un luogo- casa. Ogni tanto qualche lumino luce si diverte a lanciarsi da un cristallo ad un altro, scivolando sulle gocce che se ne stanno appese, alla grande struttura condominiale, come pendagli ciondolanti nell’aria .

Qualcuno vive nei lampioni che illuminano le strade, altri nella fanaleria delle macchine, altri nei fari che segnalano l’arrivo delle imbarcazioni dal mare.

Infine, qualcuno, per brevi periodi, alloggia nelle luminarie durante le feste o in occasione di eventi particolari.

I lumini luce tengono in mano una piccola candela sempre accesa e indossano abiti di seta azzurra.

I lumini luce amano la loro casa immersa nella luminosità, il suono e la danza leggera dei loro passi, la decisione del gesto che si fa nel bianco di ciò che si conosce.

In questa strana città abitano anche dei lumini buio. Piccoli come dei legnetti sottili anche loro, tengono in mano una piccola candela sempre spenta, indossano spessi occhiali da vista e sono avvolti in un elegante mantello di seta nera.

I lumini buio vivono insieme ai lumini luce, ma le loro case sono spente, illuminate appena dalla luce delle case accanto abitate dai lumini- luce.

Quando i lumini-buio spazzano di notte, nelle loro abitazioni, si alza sempre una nube polverosa che, uscendo dalle finestre, sale verso il cielo . I granelli di polvere, illuminati dalla luna, sembrano piccolissime stelle scintillanti di luce.

I lumini buio amano osservare, dentro la loro casa immersa nell’oscurità, il pulviscolo stellare che si alza verso il cielo.

I lumini buio amano la loro casa oscura, il silenzio profondo e immobile, la delicatezza del gesto che si fa nel nero di qualcosa che non si conosce.

Sia i lumini luce che i lumini buio vivono da soli nelle loro case, non escono mai e osservano il mondo dal loro punto di luce o punto di buio.

In questa strana città, una volta all’anno, durante una sera d’inverno, passa un luminaio che, scuotendo il suo lungo mantello di seta nero trapunto di stelle, accende tutti i lumini.

In quella sera d’inverno tutti i lumini si guardano negli occhi, si scambiano parole, sguardi e sorrisi di luce e di buio per poi ritornare, il giorno seguente, nella loro intimità abitativa.

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