Carissime amiche e amici,

 mi trovo in questi giorni in Madagascar e vi scrivo dalla nostra comunità Ambalakilonga – il posto dei ragazzi, un progetto che dura dal 2001 che accoglie ragazzi dai 12 ai 20 anni in condizioni di estremo disagio sociale e famigliare.

Ambalakilonga si trova in un quartiere periferico tra la città – Fianarantsoa-  e la brousse, povero e privo di servizi. E’ una comunità che si è strutturata nel corso degli anni e che ha visto molti altri progetti crescere intorno all’idea che l’educazione e l’istruzione sono fondamentali per la crescita umana e sociale degli esseri umani.

Da tempo Educatori sena Frontiere è impegnata nel campo dell’educazione all’estero, e Ambalakilonga è il nostro  avamposto, che oltre la comunità di circa 40 ragazzi vede anche una Scuola Materna A.P.E. (Ambalakilonga pour les enfants) con 98 bambini dai 3 ai 5 anni, una Scuola professionale per educatori che ha già diplomato 40 studenti che hanno poi trovato lavoro come educatori nelle varie realtà sociale, inaugurata da don Mazzi nel 2018 e non ultimo un appartamento di Turismo Responsabile a disposizione dei viaggiatori che uniscono il desiderio di viaggiare ad attività di volontariato e di condivisione della nostra realtà.

Da poco è stato approvato un progetto della Conferenza Episcopale Italia che da seguito al primo progetto finanziato della Scuola Human, che prevedere l’ampliamento della scuola professionale con la costruzione di una caffetteria a disposizione degli studenti e di una biblioteca multimediale.

Educatori senza frontiere ha puntato in questi anni sull’istruzione: tutti i nostri ragazzi frequentano la scuola. L’abbandono scolastico o il non accesso all’istruzione è un grave problema in Madagascar.

 “244 milioni di bambini non inizieranno il nuovo anno scolastico” – Audrey Azoulay, Direttrice Generale Unesco, chiede una mobilitazione collettiva per garantire che il diritto di ogni bambino ad accedere a un’istruzione di qualità sia rispettato.

“Nessuno può accettare questa situazione. L’istruzione è un diritto e dobbiamo fare di tutto per garantire che questo diritto sia rispettato per ogni bambino.”

Le nuove stime, pubblicate online mostrano che l’Africa subsahariana resta la regione con il maggior numero di bambini e giovani che non vanno a scuola ed è anche l’unica regione in cui questo numero è in aumento: i tassi di abbandono scolastico diminuiscono più lentamente rispetto al tasso di crescita della popolazione in età scolare. 

“Alla luce di questi risultati, l’obiettivo di un’istruzione di qualità per tutti entro il 2030, fissato dalle Nazioni Unite, rischia di non essere raggiunto. Abbiamo bisogno di una mobilitazione globale per mettere l’istruzione in cima all’agenda internazionale.”

Il Madagascar non sfugge a questo drammatica dinamica, con il raddoppio dell’abbandono scolastico o della mancata frequenza nel giro di una dozzina d’anni.

Metà della popolazione malgascia si trova in povertà estrema. 5.3 milioni i migranti interni ovvero il 20,5% della popolazione.

Tra i risultati emersi con il 3° Censimento Generale della Popolazione e delle abitazioni – RGPH 3 – si evidenzia che il 71,5 % della popolazione malgascia si trova in condizione di povertà materiale e il 74,2% della popolazione si trova in una condizione di grave povertà multidimensionale che, oltre ai dati su redditi, possesso di capitali e abitazioni, integra anche l’accesso ai servizi sanitari e di istruzione.

Per questo motivo i nostri tentativi di creare possibilità di istruzione per i bambini e i giovani con i quali entriamo in contatto, diventa prioritaria.

Inoltre i bambini con meno di due anni non ricevono gli alimenti e i nutrienti essenziali per il loro sviluppo e la loro crescita, cosa che rischia di nuocere in maniera irreversibile al loro sviluppo, secondo un rapporto pubblicato dall’UNICEF (22 settembre 2021): “pur trovandosi in uno stadio cruciale del loro sviluppo, milioni di bambini non beneficiano di un’alimentazione appropriata” ha dichiarato Henrietta Fore, direttrice generale dell’UNICEF. L’aumento della povertà, l’ineguaglianza, i conflitti, le catastrofi climatiche e le urgenze sanitarie provocano una vera crisi nutrizionale tra i più giovani.

Di fronte a questa emergenza Educatori senza Frontiere ha deciso di fare un pezzettino di strada prendendosi cura dei più piccoli perché possa domani avere un futuro più sereno.

Cristina Mazza

Se vuoi sostenere la campagna, ecco per te alcune informazioni utilissime.

Cos’è APE?

La scuola nasce su richiesta delle famiglie della comunità locale, famiglie che non hanno i mezzi per far crescere i propri figli in un ambiente sereno perché i quartieri o i villaggi sono privi di ogni servizio primario: mancano l’acqua, la luce, e le strade sono spesso piccoli sentieri accessibili solo a piedi, o con carrettini (varamba) o biciclette.

Normalmente i bambini, prima e dopo la scuola, sono impegnati quotidianamente nel recupero dell’acqua per le esigenze famigliari, la raccolta della legna o al pascolo degli animali.

La maggior parte di loro, a causa del lavoro dei loro genitori, e degli impegni familiari vengono trascurati o lasciati soli. Priorità viene data dunque ai bambini provenienti dalle famiglie più disagiate ed a quelli che altrimenti resterebbero da soli in casa mentre i loro genitori lavorano.

In questo quartiere periferico, tra la città e la brousse, povero e privo di servizi, per rispondere alla richiesta delle famiglie, Educatori senza Frontiere ha avviato e gestisce nel Centro Ambalakilonga, la scuola materna A.P.E. per i piccoli che così sono accuditi, assistiti, avviati e sostenuti nell’inserimento scolastico.

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