di Silvia Morici

“Ci sono tutti ,

tutti quanti, non in fila, e nemmeno in cerchio,

ma mescolati come farina e acqua

nel gesto caldo che fa il pane:

Io è un abbraccio”.

C.L Candiani

È stato un viaggio a piedi nudi, un contatto cuore a cuore, con natura, con i sassi e il legno dell’anfiteatro della Mammoletta.

Mi sono sentita radicata alla terra, respirando verso il cielo, ho assaporato ogni istante, ogni essenza di quegli attimi vissuti.

Abbiamo lavorato alla creatività, che ognuno ha dentro di sé, e  come per Dedalo, è  stato un graduale andare alla scoperta, uno sperimentare, aprire cassetti, tutto in silenzio.

Ci siamo ascoltati, ascoltato il mondo che ci circondava, l’altro che ci era a fianco, abbracciati dalla sinfonia in cui eravamo immersi.

È con la meraviglia, che abbiamo scoperto quel mondo, che solo il silenzio ci rileva.

Non sempre quello che riportiamo a galla è qualcosa di bello. Molte volte dobbiamo trovare un modo per curare, tamponare, ma soprattutto  salvare le ferite. Non possiamo lasciarle sole dobbiamo interrogarle, aspettando delle risposte.

Molte volte quelle risposte arrivano prendendo una macchinetta fotografica e iniziando a fotografare o semplicemente attraverso dei semplici esserci di acrobatica.

Quello che sappiamo è che la risposta alle ferite siamo noi. I nostri gesti, le nostre possibilità che accogliamo o che respingiamo.

Dobbiamo cercare di non perdere nessuna ferita, perché ognuna di essa sarà  importante per affrontare quel viaggio dentro e fuori di noi, che ci accomunerà e ci distinguerà.

Ho camminato a piedi scalzi per dieci lunghi giorni, pensavo di trovare semplicemente sollievo e invece mi sono ritrovata, tenendo il cuore vivo, abitando ogni piccolo pezzetto di terra.

A piedi nudi ho sentito scorrere la vita. Respirando ogni istante.

Non ero più abituata a prestare attenzione a queste piccole cose, come può essere un semplice respiro.

È  stato un cambiare rotta, un vedersi in profondità. Un camminare per ritrovarsi, un semplice tornare a casa.

“Una buona pratica preliminare di qualunque altra è la pratica della meraviglia… Esercitare meraviglia cura il cuore malato che ha potuto esercitare solo la paura”.

C.L. Candiani

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