Guida pratica all’eterna Arte del Regalo di Giulia Monaco

– O anche: come sopravvivere a compleanni, onomastici, Natale, Epifania e sì, forse anche a Pasqua, se non hai idee. –

1. Pensate molto bene a cosa avete in casa.
2. Quella cornice dorata in fondo al secondo cassetto dell’armadio del salone che nessuno apre mai è essenziale per condurre la vostra vita in pace? Se la risposta è sì, allora potete tenerla, ALTRIMENTI andate al punto 3.
3. Tiratela fuori dal sopracitato cassetto, datele una spolverata e decidete a chi volete regalarla.

Lo so, lo so cosa state pensando: “Aspetta, ci stai dicendo che dobbiamo riciclare un regalo?”.
Scusate, ma non è peggio continuare a tenere quella povera cornice dorata abbandonata in fondo al secondo cassetto dell’armadio del salone che nessuno apre mai senza motivo? Anche lei ha il diritto di ri-vivere la sua vita da cornice dorata e splendente quale è! Anzi, vi dirò di più, il senso del riciclo è proprio questo! E poi, attenzione, Rihanna ce lo ha sempre insegnato: “Shine bright like a diamond”.

Quindi, ripetete assieme a me: riduci, riusa, rici… AH NO! Regala!
Riduci, riusa, regala! Sì, così va meglio!
Tra l’altro, la cosa bellissima di questo modo di approcciare alla vita è che puoi applicarlo davvero a QUALUNQUE COSA: cibo, giacche, maglioni, camicie, pantaloni, gonne, tovaglie, giochi da tavolo, scarpe, libri, piante, televisori, borse, quaderni, cellulari, lenzuola, scatole, barattoli, vasi, pantofole, portavasi, tappeti, fermaporte, posate, detersivi, penne, matite, lampade, orologi, zaini, slip (ok, forse slip no)… insomma avete capito il concetto. Potete farlo con (quasi) TUTTO!
E se siete fuorisede, ancora meglio! È un ottimo modo per sgomberare casa da impicci inutili ogni volta che dovete tornare nel vostro “loco natio” per le feste comandate o per altri motivi.

DISCLAIMER:
Segue racconto personale di un episodio di vita, se non avete voglia di leggerlo, potete saltare direttamente al punto 4.

Qualche anno fa, dovevo tornare nel suddetto ridente paese natale per le vacanze natalizie e lasciare la big-city-life milanese per ben due settimane o forse anche di più. In cucina c’erano cinque arance che mi pregavano, nonostante la palese rassegnazione, di non buttarle nell’umido assieme a bustine del tè non del tutto rinsecchite, alle foglie mollicce di cavolfiori e a bucce di banana maleodoranti.
Ero davvero tentata dal buttare quelle meste arance assieme agli scarti della mia quotidianità, quando ho pensato: “Aspetta!”. Le prendo, le metto in una busta assieme a un coltello, ad alcuni tovagliolini e al libro “Il gabbiano Jonathan Livingstone” ed esco di casa alla volta dell’angolo tra via Casati e Corso Buenos Aires, direzione vetrina di Calvin Klein, dove c’era e c’è sempre un ragazzo.
Lui vive lì, mentre noi gli turbiniamo attorno.
Sta dormendo, non voglio disturbarlo, appoggio la busta di fianco al suo sacco a pelo e torno a casa.
“Jonathan Livingstone e le arance sono in buone mani”, penso.

Digressione finita, torniamo al punto 4 e alla cornice abbandonata e non ancora del tutto splendente.

4. Se volete rendere anche il pacchettino regalo un’esperienza speciale, bastano una Settimana Enigmistica (finita o meno sta a voi deciderlo), una rivista o un giornale e il gioco è fatto.
5. Recuperate dello scotch e dello spago.
6. Incartate la cornice dorata che era in fondo al secondo cassetto dell’armadio del salone che nessuno apre mai e TAC! Eccola, pronta a ri-splendere!
7. Donatela a chi preferite (sperando solo non sia la stessa persona che ve l’aveva regalata tre, cinque, dieci anni fa).

E allora, amicə da casa, ci siamo: prontə, partenza e “riduci, riusa, rici…ah no! REGALA!”

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