di don Antonio Mazzi

Credo che non ci sia formazione dove non c’è educazione e che non ci sia educazione se non viene mosso, commosso, travolto, emozionato e inseminato, il tutto che costituisce il “noi”.

I vecchi principi che fino a ieri ci hanno portato ad imparare e ad “alfabetizzarci” avendo come “luogo” predominante il cervello, forti del postulato “cogito ergo sum” devono con urgenza essere rivisti.
Anche ieri il corpo c’era ma come supporto necessario per far funzionare la mente (mens sana in corpore sano). Per alcuni era quasi vissuto come disturbo, ostacolo, antipatico e deviante, soprattutto quando trattatasi di formare adolescenti o ragazzi borderline.

L’emozione, l’arte, la musica, l’educazione fisica, la manualità con le infinite sfumature creative rimaneva seduta in qualche angolo della casa o della scuola e veniva richiamata da qualche educatore strano solo per far funzionare meglio il cervello.

Stiamo con fatica accettando che educare significa e-ducere, tirar fuori dalle profondità interiori del noi, la miniera di cose preziose che custodisce.
È l’in-duzione che genera l’educazione, la spinta che da dentro chiede senso, significati, percorsi, obiettivi.
Le nostre erranze formative sono partite da li. Abbiamo “estratto” ed esaltato i sensi e li abbiamo esplorati in tutti i loro aspetti.

L’educazione è l’arte che esalta i cinque sensi, che trova più cervello nei piedi che nei miliardi di neuroni che ci viaggiano in testa. E troverete al posto dei manuali, pezzi di carta, rami di alberi, petali di fiori, scarabocchi carichi di curiosità, avamposti tra i parchi, e musica dovunque.
Tra i vari laboratori di danza di arte, di teatro troverete anche l’elaborazione dei sogni.
Perché il sogno è un elemento forte nella nostra vita.

Per chi conosce la Bibbia, ricorda il posto “dominante” che i sogni hanno avuto nella evoluzione, nelle scelte, nelle strategie.
C’è un’altra cosa che mi piace sottolineare: che il nostro vocabolario esce dagli zaini, dal sacco a pelo, dagli infradito consumate perché cariche di cammini.

Per noi non è eretico pensare che il corpo è il modo più intelligente di usare il cervello.
In un futuro prossimo se verrà compresa meglio la possibilità di pensare con il corpo, verrà ampliato e rivoluzionato il mondo educativo che fino ad oggi si è rintanato dentro i banchi di scuola o nelle aule accademiche delle università.

Il corpo apre percorsi che la sola comprensione mentale non può catturare con ampiezza e profondità. Ogni minimo elemento esteriore cambia in modo significativo i nostri processi di adattamento. La più piccola scelta che facciamo ci attraversa e ci trasforma all’istante, indipendentemente dal fatto che ce ne rendiamo conto
Ogni elemento esterno, gesto dopo gesto, passo dopo passo, respiro dopo respiro può migliorare l’intera nostra storia fisica, biologica, psicologica.

Ogni frammento di vita estrae qualche pietra preziosa dalla nostra miniera inesplorata.

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