Quest’anno gli educatori e le educatrici senza frontiere non partiranno. Ci prenderemo il giusto tempo per rigenerarci ed essere pronti a preparare nuovamente lo zaino e portare avanti i nostri progetti in giro per il mondo.
Vogliamo però raccontare i nostri viaggi, partendo dalle foto più significative.
Buon viaggio insieme a noi.

Scritto da Teresa Falanga

Questa foto è stata scattata esattamente tre anni fa, lo stesso giorno in cui oggi mi ritrovo a guardarla e a raccontarla.  Ho scoperto che si trattava della stessa data solo dopo averla scelta, coincidenza?

Questo vuol dire che tre anni fa la cornice intorno a me non era come oggi il comodo salotto da cui scrivo ma bensì l’Honduras. Più precisamente una casa che accoglieva circa venti ragazzi onduregni, in una città che si chiama El Paraiso in Honduras.

Non ricordo di preciso gli avvenimenti della giornata. Probabilmente eravamo stati in giro per scuole ad intrattenere bambini con lo spettacolo che avevano creato i ragazzi con a seguire laboratorio artistico, spiegato da qualcuno di noi esf in uno spagnolo non troppo spagnolo, ma farsi capire con i colori in mano è sempre un po’ più semplice.

Ritornati a casa si cenava con un po’ di riso e fagioli, ogni tanto con dell’avocado e tortillas.

Ed eccoci arrivati al momento dello scatto. Quando non eravamo tutti troppo stanchi rimanevamo fuori dalla nostra stanza a chiacchierare, giocare o a fare braccialetti. Si, proprio a fare braccialetti. Col filo, le perline e tutto il necessario. Bizzarro no? Eppure è quello che mostra la foto: quattro uomini grandi e grossi che fanno braccialetti. Questa cosa mi ha sempre un po’ commosso, tanto che a rivedere la foto mi scapa un sorriso di quelli un po’ nostalgici, quasi sentimentali. Uomini rudi, forti, che magari non versano nemmeno una lacrima, che la virilità se li porta via impegnati a fa passare il filo in una minuscola perlina, con lo guardo concentrato e la gocciolina di sudore sulla fronte. Meraviglioso. E dovevate vedere la loro soddisfazione una volta finito, e come lo sfoggiavano al polso con orgoglio.

Durante i viaggi ho amato momenti come questo. Momenti in cui il giudizio non esiste, in cui lo stare con l’altro ci porta a fare cose semplici ma che tuttavia non faremo mai durante la routine di tutti giorni perchè non importa se fare braccialetti viene visto come una cosa da mujeres ma conta solo farlo perchè voglio, perché mi fa stare bene, perchè mi permette di condividere con l’altro.

Calata nel contesto honduregno poi, dove il machismo è forte nella cultura locale, fa assumere a questa foto delle note dolci.

Ho avuto la fortuna di viaggiare tante volte con Esf, in luoghi del mondo sempre diversi e devo dire che con il passare degli anni i momenti che alla fine rimanevano più impressi nella memoria e nelle emozioni erano proprio questi. Non il giorno che ho fatto il laboratorio super figo o la festa dove si è mangiato di più. No, quello che resta sono gli attimi a cui fai meno caso, quelli in cui ti senti al posto giusto, quelli fatti di gesti semplici, piccole abitudini che si creano in poche settimane come prepararsi una tisana tutti insieme la sera, o scrivere il diario dopo una lunga giornata o creare braccialetti intorno ad un tavolo.

Oggi di quei braccialetti porto il ricordo, sarà una delle cose che sicuramente insegnerò a mio figlio.

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