di Valentina Rainone

Ho provato ad ignorare, a scivolare tra le parole, tutte quelle critiche della gente, poi mi sono soffermata, ho respirato ed ho pensato.

Tra la folla esistono ragazzi, le loro rivoluzioni interne, la rabbia, curiosità, paura, tutta quella voglia di camminare, scoprire, incontrare, assaporare, odorare, abbracciare, curare ferite, far sorridere, educare, creare attorno a sé qualcosa di sereno, anche in un luogo non del tutto fortunato o semplicemente ci sono ragazzi che fuggono, sentono l’Italia sgretolarsi sotto i loro, nostri, piedi; questi ragazzi fuggono: America latina, Asia, Africa…. Africa. Fuggono, sfiorano mani, volti, chiudono gli occhi mentre piangono, corrono scalzi, piedi sporchi di terra rossa, rincorrono bambini sorridendo, si riparano sotto lamiere durante la pioggia, senza corrente, sempre sotto le lamiere la notte dormono, magari abbracciati, con la speranza di far luce. Quella luce ormai soffusa in Italia, soffusa grazie ai giudizi e pregiudizi della gente, non contestualizzano ma giudicano, infangano, infangano e giudicano il destino di una ragazza, la stessa ragazza che magari sotto le lamiere faceva luce nonostante il buio attorno a lei, attorno a noi.

Volevo solo parlare di altro, dei ragazzi di Ambalakilonga, i loro sorrisi, le passeggiate in confidenza, camminare, osservarci, dei pranzi condivisi, il loro silenzio, la curiosità. La loro voglia di riscattarsi, di vivere un’altra vita fatta di impegno e lavoro ma dignitosa. Non cartoni ma coperte, non bugie ma impegno, non truffe ma libri; libri, certezze, impegno, rispetto, calore, calore interno ed esterno.

Volevo solo parlare di altro ma come sempre la società, l’ignoranza, la politica così simile ad altri periodi storici, mette in luce il peggio, come il marcio che ormai rispecchia la maggioranza.

Volevo solo parlare di altro ma la luce attorno a me per un attimo si è affievolita. Ogni notte spero e prego di non smettere mai di crederci, fuggire; fuggire: America latina, Asia, Africa…

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