di Luigi Russo

“Vola Samia come il cavallo alto fa nell’aria… Corri Samia come se non dovessi arrivare in nessun posto… Vivi Samia come se tutto fosse un miracolo…”

Questo è un libro per chi ha voglia di viaggiare con la mente, un libro che fa venire il fiatone, ti fa impolverare le scarpe e poi ti da un pugno nello stomaco. È un libro che segna un epoca, apre gli occhi sul più grande dramma del nostro tempo.

La storia è quella di Samia, una ragazzina somala che ama correre e il suo correre è un solcare le strade martoriate della sua terra, un imbattersi in guerriglieri e piste d’atletica di notte.

La sua storia è quella di un amicizia troncata dalla guerra civile.

Samia continua a correre, è la migliore nella sua categoria e viene notata, comincia a vincere tutte le corse del suo paese e questo le permette di uscire fuori. Per lei è tutto nuovo, tutto meravigliosamente diverso.

Arriva il grande onore di rappresentare il proprio paese alle olimpiadi di Pechino del 2018, l’emozione è grande, primo aereo, prima volta in un paese straniero.

Nella sua batteria di qualificazione arriva ultima a più di undici secondi dalla prima, il suo corpo è esile rispetto alle grandi favorite, il pubblico si alza in piedi la incita e le tributa una grande ovazione.

Samia torna a casa, è felice ma decisa a fare meglio alle olimpiadi di Londra del 2012.

La situazione però è sempre più complessa, rischiosa; le persone attorno a lei continuano a morire, i palazzi a crollare. Samia si allena di notte, cercando di sfuggire alle ronde dei guerriglieri, nell’aria l’odore di polvere da sparo.

“A volte le decisioni più pesanti viaggiano sul filo lieve di uno sbuffo di vento. E noi con loro, inadeguati, leggeri.”

Samia prende la decisione che segnerà la sua esistenza: raggiungere la sorella in Svezia. Lì sarà al sicuro, lì potrà rincorrere il suo sogno.

Potrà sembrare strano che un’atleta che ha partecipato alle olimpiadi non abbia la possibilità economica di raggiungere l’Europa, eppure è così: Samia si affida ai mercanti di uomini.

Inizia così un viaggio che racchiude tutti i drammi della storia dell’umanità, un viaggio che ci riporta ai campi di sterminio di Primo Levi, alla Sarajevo bombardata di Zlata Flipovic.

Stipati come bestie, trattati come oggetti, l’umanità raccontata in queste pagine viene cancellata.

Adesso tra Samia e il suo sogno non c’è più la terra ma il mare.

“Solo quando vedi la luce, dopo che sei stata a lungo al buio, ti ricordi del colore delle cose.”

Una storia, quella raccontata da Giuseppe Catozzella, che tutti dovrebbero leggere, in questi tempi ciechi in cui si ergono muri e si fomenta la paura del diverso.

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