Scritto da Francesca Cavone


Ci siamo,
son qui…
Mi ritrovo nei miei piccoli passi incerti, nel mio entrare in sordina,
nel non voler disturbare, urtare…
Quel che vedo però sono occhi che hanno voglia di essere visti,
giro lo sguardo, mi guardi,
non parli,
abbassi gli occhi,
chissà cosa pensi.
Poi succede che si inizia a chiacchierare, le storie si raccontano, si scartano con calma, nel tempo che preferiscono, tra un boccone e l’altro;
La nostra è una tavola speciale, fatta di parole, di pensieri, di sensazioni vere, di cuori aperti,
è una tavola che accoglie rabbia, amore, amicizia, vicinanza, difficoltà;
la nostra è una tavola viva, che genera, produce, tira fuori le emozioni, quelle forti, che nella loro purezza possono ferirti e allo stesso tempo curarti.
La nostra è una tavola che trasforma il previsto in imprevisto, una giornata di sole in una tempesta di vento che ti trasporta dove vuole lui, non ti chiede da dove vieni o dove vuoi andare, allora non rimane altro che affidarti a quell’energia che senti, che ti trapassa l’anima, che ti fa quasi paura ma alla quale senti di appartenere.
E’ una tavola in cui il non detto lascia parlare il cuore, e si sa, lui non mente mai; come quegli abbracci che sanno di casa, in ognuno dei quali mi ci sono sentita anch’io, come quell’ultimo abbraccio che pulsava di gratitudine, di riconoscenza, di accettazione, ed è proprio in quel momento che ho compreso il senso del mio essere lì.
Questo è il potere della tavola, che accoglie, cura, ascolta, sfama, disseta ogni singola storia.

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