Il mio nome è Marcellin e sono ancora uno studente. All’inizio del 2015 ho iniziato a preparare il mio cammino verso l’est della mia Isola, e se ricordo bene, la preparazione è durata circa 6 mesi. Vi racconto com’è andata.

Quando avevo 9 anni amavo tanto la natura e ogni volta che avevo un po’ di tempo libero lo passavo nella foresta e non avevo paura di niente. Però ho passato un momento molto difficile che mi ha reso debole nel corpo e nella mente, e la mia vita è diventata buia, ho sentito di essermi arreso alle mie paure, e di avere sbagliato tutto nella vita.Arriva così il 2009, avevo 14 anni e la mia vita ha ricominciato a risplendere di luce. A partire da quel momento ho iniziato a non avere più paura e in poco tempo c’è stato un cambiamento grande nella mia vita perché sono stato accolto ad Ambalakilonga. Qui ho capito di aver superato le mie paure grazie alle cose che ho fatto, ho sentito e vissuto soprattutto nei cammini che abbiamo fatto insieme. Poi, finalmente, è arrivato il tempo in cui ho potuto provare a quelli che vivevano qui insieme a me, che avevo superato le mie paure. Questo l’ho potuto fare grazie al Cammino che ho preparato e fatto verso est del Madagascar, in cui ho percorso circa 215 Km in 10 giorni di cammino.

Sono partito la mattina di domenica 23 agosto, alle 5, e la cosa che mi è piaciuta di questa prima tappa è stata quella di calpestare per primo la rugiada e attraversare le ragnatele sulla strada e li ho capito che era la strada speciale dell’inizio del mio cammino. Il secondo giorno ho attraversato a piedi un tunnel buio di 1,5 Km; in tutto il cammino ne ho attraversati 13.

Il terzo giorno ho valicato una montagna e attraversato valli silenziose, guadato due grandi fiumi, seguito tanti piccoli sentieri che mi hanno fatto dubitare di seguire la strada giusta; questo è stato il primo vero momento difficile.

Anche il quarto giorno è stato difficile perché mi sono proprio perso, ma questo mi ha permesso di vedere cose nuove: arrivato a Vatoandry ho visto della gente che ballava al funerale di un giovane che era appena morto, una tradizione diversa dalle nostre sull’altopiano.

Il quinto giorno ha piovuto tantissimo, quindi arrivato al villaggio di Morafeno, il villaggio di Lalaina (uno dei ragazzi di Ambalakilonga) ho deciso di riposarmi un po’. In tutti questi giorni sono stato sempre ben accolto dalle persone dei villaggi che ho attraversato e dove mi hanno ospitato. Nessuno mi ha mai fatto pagare il pasto o il posto per dormire, si vive ancora la Fihavanana. A partire dal sesto giorno, arrivato ad Analavory, un villaggio in cui si fa affari con la giroffle, hanno iniziato a chiedermi una partecipazione sia per mangiare che per dormire, per fortuna ero partito attrezzato. Il settimo giorno ho avuto grandi difficoltà su strade, salite e discese fangose a causa della pioggia. I giorni seguenti, sono arrivato ad Ampasimanjeva, l’ultima tappa del mio cammino.

Durante il mio Cammino, è cresciuto in me l’amore per la mia terra e per il mio popolo, ho imparato meglio cosa vuol dire vivere insieme agli altri, cosa vuol dire accogliere e a trovare una soluzione per le piccole-­‐grandi difficoltà. Da quando ho fatto questo cammino, ho lasciato le mie paure, e dato nuova vita a tutti i miei desideri. In questo viaggio ho letto una piccola frase a Tolongoina, in una delle case dove sono stato ospitato che dice: “anche il viaggio più lungo comincia dal primo passo”. Possiamo rapportare questo alla vita di ogni giorno e dire che i piccoli sforzi che fai ogni giorno, preparano già il tuo futuro.

 

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