Scritto da Teresa Falanga

Siamo qui, dall’altra parte del mondo, abbiamo messo i piedi sulla terra rossa di Riberalta già da parecchi giorni ed è diventato normale per noi tornare la sera e trovare i vestiti pieni di polvere rossa, polvere che si attacca addosso, alle scarpe, al cuore. Penso a questo viaggio come ad una avventura, dove il non sapere prima cosa saremo andate a fare ci ha dato la possibilità di avere poche aspettative, di non rimanere deluse, di sperimentarci. E ora, che mancano pochi giorni al nostro ritorno, mi sento carica di vita, di voglia di fare e raccontare, ancora più appassionata alle persone, a tutto quello che hanno dentro, alle storie che ognuno si porta dietro che a volte pesano e ti fanno crescere in fretta. Penso alle mamme, le “mujeres” che portano con loro la responsabilità di famiglie con almeno sei figli, che sono diventate donne prima ancora di potersi sentire bambine. E le vedo sedute sulle gradinate di un piccolo stadio durante una formazione, tutte li vicine, un concentrato di mamme di tutti i generi, un concentrato di vita. Alcune hanno il volto solcato da rughe profonde, altre non dimostrano nemmeno vent’anni ma tutte guardano un attimo nel vuoto quando viene chiesto loro cosa sentono, cosa pensano e cosa fanno, e con un po’ di attenzione puoi leggere in quegli sguardi una vita piegata da una cultura dove se sei donna o sei “hermana” o sei “mamita”, nessun’altra possibilità.

Penso a quanti bambini abbiamo incontrato in questo breve periodo, e ad ogni incontro resto sorpresa da quanto siano rispettosi gli uni degli altri, incredibilmente silenziosi mentre dipingono, meravigliosi quando sorridono. E ti abbracciano come se ti aspettassero da sempre e vorrei tanto che questi abbracci mi entrassero nella pelle, vorrei farli miei per portarli ovunque e vorrei fissare ogni sensazione con un’immagine, fare in modo che ogni brivido diventi concreto nella mia mente, che ogni impronta lasciata nel fango sia segno indelebile di un passaggio che mi ha portata a cercarmi.

Qui, dall’altra parte del mondo, ho iniziato a camminare.

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