Scritto da Fiorella Bartolomucci

“Fiore tu rimani fuori che siamo dispari!”

E mi ritrovo ad osservare 28 persone che svolgono un meraviglioso esercizio di teatro.

La prima cosa è l’invidia (del resto siamo tutti umani no?), quanto avrei voluto farlo anche io!

La seconda é la sorpresa: c’è del privilegio a poter godere della vista di quello che sta accadendo, non da dentro ma da fuori, e allora osservo i visi, gli occhi chiusi, i movimenti, le espressioni.

La terza è la consapevolezza: forse , in effetti essere una tutor in prova vuol dire proprio questo, non partecipare da fruitrice, ma avere uno sguardo altro, che si occupa del resto, si in effetti è proprio così, per la prima volta mi ritrovo a non essere la corsista ma a stare dall’altra parte, quella di chi quel corso lo organizza.

E allora vi voglio raccontare della cura e del lavoro che c’è prima, dopo e durante lo svolgimento di una formazione, in cui ogni intervento va pensato e strutturato. A partire dal volantino divulgatore, passando per contatti con i formatori esterni, la preparazione degli esercizi, dei materiali, degli interventi, la prenotazione dei posti, la pulizia dei suddetti.

Il formatore è una formichina che lavora dietro le quinte e una cicala che regala un meraviglioso spettacolo coinvolgente e interessante. Il formatore è instancabile. Il tutor prova con tutto il suo impegno a cogliere ogni aspetto di tutto quel movimento, lo osserva, lo aiuta, lo appunta lo fa suo pian pianino. E’ un appoggio per i corsisti e un appoggio per il formatore. E’ colui che si emoziona(e se la fa anche un po’ sotto) quando qualcuno gli dice: “ Ti riconosco un ruolo!”.

Essere tutor ,nel mio cammino Esf è un ulteriore passo di crescita, di formazione, che mi permette, ancora una volta di mettermi in gioco e di sperimentarmi, regalandomi preziosi strumenti ed occhi dallo sguardo più attento.

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