Scritto da Francesca Santioni

Nel corso di queste intense giornate vissute nella Casa Exodus di Nyagatare ho potuto assaporare due volti dell’educazione.
Il primo volto ha ritmi, logiche e modalita’  difficili da comprendere e a volte non condivisibili, ma che ho imparato a rispettare. Perche’ sono legati alla cultura del luogo, alle sue tradizioni, ai condizionamenti sociali e materiali.
Per necessita’, l’educazione e’ per lo piu’ affidata ad educatori con storie e problematiche molto simili a quelle dei ragazzi che vivono nella casa. Cosi’, mi ha colpito trovare in loro lo stesso bisogno di affetto, attenzione, educazione che ho percepito nei ragazzi.
Ma, al di la’ delle contraddizioni e dei limiti, c’e’ un altro volto, fatto di concetti, pratiche, e desideri che fanno respirare e vivere quell’idea di educazione che puo’ generare crescita e cambiamento, non solo nei ragazzi della casa, ma anche negli educatori e nel territorio.
Qui’ si parla di possibilita’ ed accoglienza per tutti. C’e’ attenzione alla cura della casa e ai suoi ritmi. Ci sono parole, giochi, sports, canzoni che hanno alla base la condivisione e il rispetto.
Si fa prevenzione, coinvolgendo un centinaio di ragazzi del territorio attraverso svariate attivita’ educative e di avviamento al lavoro.
Camminando lungo i corridoi ed i cortili di questa casa, ho la sensazione di poggiare i miei passi su un terreno fertile e fruttuoso!

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