Scritto da Elisa Frezza

Ci teneva a scusarsi con noi, P. Rodrigo: “Mi dispiace, ma questa giornata era programmata già da molto tempo”. Non abbiamo potuto ancora iniziare a lavorare al CPIJ perché questi giorni sono stati dedicati alla formazione dell’Opera Calabriana. Oggi c’erano proprio tutti gli operatori del Centro de Promoção da Infancia e da Joventude, non solo gli educatori, gli psicologi e gli assistenti sociali, ma anche le cuoche e le addette alla pulizia, perché ognuno, a modo suo, ha un ruolo educativo verso i piccoli ospiti del centro.
P. Rodrigo si è scusato con noi, stamattina, forse non immaginava che avremmo vissuto con tanto coinvolgimento questa giornata di spiritualità e condivisione.
La mattinata si apre con Ribas, che ci regala una bellissima parola su cui riflettere, ACORDAR: risvegliare, dare vita, dare colore. E subito, su una lunga strada fatta di carta da pacchi, prendono vita, con pennelli e colori, le parole e i simboli che ognuno vuole lasciare al gruppo. Leggo “alegria”, “amor”, “vida”, vedo cuori, mani, sorrisi, raggi di sole. In pochi minuti la strada diventa un grande e coloratissimo dipinto al quale anche noi abbiamo preso parte. Scrivo “abertura” e disegno un occhio spalancato, Flavia sente di voler ringraziare, Monica vuole regalare un “parthilar”, condividere. I pennelli non bastano per tutti e Livia, col dito sporco di viola, scrive “difundir vida”. Siamo appena arrivate in Brasile, ma ci sentiamo già parte integrante di un percorso educativo che sembra così simile a quello che viviamo nello spirito di Educatori Senza Frontiere.
Mentre P. João ci racconta il carisma calabriano, ci accorgiamo di riuscire a comprendere abbastanza bene la lingua portoghese. Il suo discorso, condito da gag e battute, prosegue con queste parole: “Voglio fare un contratto con voi educatori, ma ci sono quattro clausole molto importanti da rispettare: essere sempre presenti, prestare attenzione a quello che è significativo e che si trova nel cuore, dare importanza solo a ciò che è vero, essere saggi quel che basta da non avere aspettative verso gli altri”. P. João insiste a lungo su ogni punto, porta degli esempi, racconta episodi della sua vita. Mi guardo intorno e vedo persone intente all’ascolto, nessuna chiacchiera, nessuna espressione distratta, solo qualche persona che beve il mate per scaldarsi. “La motivazione è una forza interiore che ci eleva e che deve essere tenuta sempre accesa”. Le sue parole semplici e dirette ci fanno riflettere e ci fanno sentire in sintonia con il gruppo.
“Adesso faremo un gioco sulla fiducia”, chiudiamo gli occhi e cominciamo a camminare, dopo un po’ la metà di noi viene bendata e l’altra fa da guida e conduce il “cieco” dapprima in un’area circoscritta e poi un po’ più lontano, nei campi, fino all’aranceto, con una bellissima musica di sottofondo. Io, che sono bendata, all’inizio fatico a lasciarmi andare, cammino con le mani tese in avanti, poi, piano piano, mi affido alla mia guida e lascio che mi conduca dove vuole, senza opporre la minima resistenza. Mi piace l’idea di sentire uno sconosciuto così vicino, di non poterlo vedere, ma di percepire la sua attenzione e la sua delicatezza verso di me. La musica sta per finire, le guide si allontanano e quando togliamo la benda sono tutte davanti a noi che ci guardano e ci sorridono. Mi chiedo quale dei circa venti educatori davanti a me sia quello che mi ha condotto. “Non importa che sappiate chi vi ha guidato, andate a ringraziare una delle persone che si sono occupate di voi”.
E’ un tripudio di abbracci, di ringraziamenti e di frasi di benvenuto verso di noi “Siamo tutti felici di avervi qui”. Tutte e quattro non ci aspettavamo un’accoglienza simile: il groviglio di emozioni che abbiamo provato dal nostro arrivo ha iniziato a sciogliersi in lacrime di commozione. Per qualche minuto ancora, continuano gli abbracci, i “bem vinda”, gli “obrigada”.
La giornata prosegue con un pranzo a base della caratteristica carne allo spiedo e un pomeriggio di musica e danze brasileire, con lezioni improvvisate di capoeira e di samba rivolte a noi italiane, in un’atmosfera di allegria e di festa, dove la gioia di stare insieme prevale su tutto.
Cominciamo a sentirci a casa e a dare colore a questo viaggio.

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