Scritto da Alessandro Maggi

Apro gli occhi e mi trovo in un mondo nuovo. Un mondo talmente distante dal nostro che mi trovo assolutamente spiazzato e inadeguato.
Accidenti, farlo non è così facile come sembrava da casa, tutto sembrava così semplice e scontato, quasi banale. Qui però non ci sono i libri di ESF e nemmeno Cristina e Gabriella a dirci come si deve fare, non c’è nulla di quello che mi aspettavo di trovare; elettricità, acqua, abbondanza, comodità e tutto quello a cui ero abituato e che davo per scontato, improvvisamente diventano qualcosa per cui qui si combatte ogni giorno.

Mi scontro con la mia vita di prima. Mi scontro con le mie superficialità. Mi scontro ancora una volta con ciò che presumevo di sapere e che ora mi ha fatto comprendere quanto ero e quanto sono ancora ignorante.
Qualcosa non quadra però. Fatico a capire cos’è, col passare dei giorni mi risulta però sempre più chiaro.
Sono i loro volti.
Ogni istante i miei compagni mi appaiono sorridenti. Accettano la vita per quella che è. Non si piangono addosso per ciò che non hanno o per ciò che un destino e una cultura crudele e beffarda ha tolto loro.
Loro sorridono. Sorridono e ringraziano per ciò che hanno. Lottano per il proprio posto nel mondo.
Mi tolgo le scarpe. Forse questa volta non basta pulirle come ci hanno insegnato.
E’ sera. Ceniamo con le candele accese perché non abbiamo elettricità oggi. Quando esco ha finito i piovere, le nuvole si aprono e creano uno squarcio nel cielo. L’aria ha un profumo vivo, sa di resina e rugiada. Sento che nel campo la vita delle minuscole creature ricomincia dopo che l’acqua aveva provato a toglierle energia.
Alzo lo sguardo e vedo le stelle.  Sono bellissime. Stranamente non penso a nulla. Solo io e le stelle.
Anche loro mi sorridono e questa volta non posso fare a meno di ricambiare.
Sorrido.

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