Scritto da Barbara Invernizzi

Siamo in aprile, lo stesso mese di ogni anno quando il corpo ha bisogno di luce e di calore, e ha voglia di alleggerirsi, di uscire fuori.
Nella casa di Assisi l’inverno ha congelato le tubature dell’acqua, e il freddo non è mai un modo di dire.
Così mi spiego perché in questa zona chiamata “della montagna” la primavera è cantata, festeggiata, celebrata. Si cantano le maggiolate per le strade coi liuti e le armoniche, si parla di amore, ci si inebria dei fiori dei ciliegi e degli olivi.
Ma è anche un tempo strano, piove spesso, il cielo è scuro, la sera di Pasqua ha nevicato.
E’ un tempo sospeso, che attende, che sbircia fuori, che desidera.
Ogni anno la stessa attesa.
Questo è lo spirito che ha accompagnato la preparazione al cammino che tra pochi giorni faremo con educatori senza frontiere.
E’ lo spirito di chi sente il bisogno di alleggerirsi, di chinarsi su una cartina a studiare un percorso nuovo, che ci porterà ad attraversare questo monte del Subasio così affascinante, quasi con lo stesso sguardo di un Francesco di qualche secolo fa, che aveva scelto questi boschi per gridare la sua sete di libertà.
Sete di libertà, di spazio, sete di bellezza. Come quando durante un sopralluogo per capire da dove sarebbe partito il nostro percorso mi sono trovata davanti a una distesa di ulivi e di papaveri, affiancati da un antico acquedotto romano che mi ha restituito il respiro di una Storia.
Mettersi in cammino è risvegliare quella parte profonda di noi che ha bisogno di spalancare le porte, di cantare nuove primavere dentro un respiro ampio e profondo.
E c’è una strana e bella coincidenza in tutto questo, perchè nell’aprile di nove anni spalancavo per la prima volta le porte di questa casa di Assisi che abitava un nuovo progetto della Fondazione. Era piena di muffa e di nulla, iniziai buttando dalle finestre coperte e materassi impregnati di umidità, e poco dopo la casa iniziò a riempirsi di volti e di storie, di disordine, di vita.
Questo è il tempo della preparazione, dell’attesa, è il tempo della leggerezza, il tempo del canto, il tempo delle finestre spalancate.

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