Scritto da Francesca Riva

Sono trascorsi i primi giorni di una nuova vita per Silvain e Tahina, un ritorno a casa dopo chissà quanto tempo, loro che non hanno neanche 18 anni, fino a qualche giorno fa dormivano sulla strada. Dopo essere scappati dalle loro rispettive case per colpa di “genitori ancora non diventati”, il loro male minore è stato “sopravvivere” in strada, in una delle vie di Fianarantsoa, si arrangiavano, come tutti gli altri bambini di strada imparano, anzi sono costretti a fare. La svolta però è stata pochi mesi fa, quando i due ragazzini hanno chiesto accoglienza ad Ambalakilonga, il fratello minore di Silven vive già in comunità, ma al momento purtroppo non è stato possibile acconsentire la loro richiesta perché la comunità era ormai al completo. Uno degli impegni di Ambalakilonga è quello di accompagnare i ragazzi verso l’indipendenza e quindi sostenerli nella ricerca di un lavoro e di una nuova casa. L’impegno preso dall’equipe educativa è stato quello di fornire loro un lavoro nel giardino e di frequentare dei momenti di studio. Fino a quando nei giorni scorsi c’è stato il ritorno a casa, o meglio, una nuova casa tutta e solo per loro. Continuano a godersi la compagnia di tutti e a mangiare in comunità, mancano ancora le pentole, i piatti e le posate nella loro unica stanza ma con calma ogni cosa va al suo posto. Come si dice, ormai sono diventati grandi, dovranno imparare a rendersi sempre più autonomi e ad avere sempre maggiori responsabilità. L’augurio è che possano resistere dentro le loro quattro mura, con la porta che li separa dalla strada, con un letto che apre un nuovo capitolo della loro vita.
Mi piace immaginarli ora a riposare nella loro piccola dimora contenti ogni giorno di farci ritorno e poter dire: “Finalmente a casa!”
“La vostra casa è la più povera del paese, il vostro corpo il più scarno, il vostro aspetto il più fragile, ma nessuno , in questo paese, ha un potere che eguagli il vostro.” Cheikh Hamidou Kane

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