Essere portatrice di un dono
Sentirsi gravida di vita, futuro, fiducia, speranza.

Sentirsi addosso gli occhi e le mani dei bambini che vivono sulla strada, in gruppo, le cui mamme sono ubriache sporche in un angolo di un’altra strada, forse ancora incinta, vederli traditi dall’amore che li ha messi al mondo, trovarmi a rispondere mille volte alla domanda “ma è Roberto il papà?” perché confusi cercano la certezza che il mio bambino un papà certo lo abbia, diversamente da loro, figli abbandonati due volte.
Divento madre ad Ambalakilonga con le grandi mani dei ragazzi appoggiate sulla pancia in attesa di sentire i movimenti del bambino soprannominato Kirikou. Aspetto. Aspettiamo. Marcellin mi corre incontro ed emozionato mi chiede di poter vedere la foto dell’ecografia. Angelo ogni sera mi domanda come sta. Sono protetta. Sono un pacco regalo custodito fino alla notte di natale per poi essere scartato con desiderio e occhi luccicanti.
Divento madre ogni giorno e non solo in relazione a chi cresce nel mio corpo. Divento madre nei pensieri, nei desideri, negli interventi educativi, nei movimenti e nelle pause silenziose.
Avere in grembo un bambino è un dono, è un dono poterlo far crescere stando ad Ambalakilonga, è un dono condividerlo con Roberto e tutti gli altri.
Sarà per la presenza di tutti questi regali e per l’aria fredda di questi giorni che canticchio canzoni natalizie… I’m dreaming of a White Christmas….

Francesca Meloncelli

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