Scritto da Angela Acocella

“Vivi. Vivi come se tutto fosse un miracolo”.
Mi fermo. Stop.
Giovanna con delicatezza rallenta la mia corsa. È il momento di matabolizzare odori, sapori, colori. Mandare giú ciò che i miei occhi hanno catturato.
Ferma. Per capire che non sono in un film o in uno di quei documentari troppo crudi per essere veri, e diamine il mio cuore fa crack!
Stop. Sono in Africa.
L’Africa essenziale che cammina lenta a piedi scalzi, senza meta apparente. L’ Africa dalla puntualitá invertita, dove a tutto c’è tempo e soluzione. L’ Africa dal contraddittorio ottimismo. L’ Africa dei poveri fra i poveri, delle ferite curate con il sale delle lacrime. Miseria dignitosa, vera, viva, forte. L’ Africa dalla gentilezza che odora di presenza, mai di assenza. L’ Africa dei bambini con le mani piccole e gli occhi da gigante. Dai loro vestiti bucati, strappati, traspira la vita.
Stop. Sono in Africa.
Oggi una manina ha preso la mia, bambina di strada la chiamano ed io ancora mi chiedo cosa significhi: dov’è la sua Casa? dov’è la sua Mamma? dov’è il suo Dio?
Io ora sono al caldo, pulita, sazia, riposata, e la sua manina è lì in una strada.
Stop. Sono in Africa.
E il mio cuore alza gli occhi al cielo.

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