di Silvia Morici

Far passare il filo nella cruna dell’ago, è un atto che chiede lentezza, cura e dedizione. È come avviene con le ferite dell’anima, serve prudenza e attenzione per suturarle. L’ingrediente segreto è la vicinanza di altre persone, che compiono insieme lo stesso cammino. Anche questa è un’arte che si impara con pazienza.
Ricamare ha radici lontane. È dalla notte dei tempi che si tessano i fili della vita cercando quella piccola porta, quella strada stretta e alle volte difficile da superare. Andare oltre quella porta vuole dire, iniziare a disegnare, lasciando traccia indelebile della propria esistenza. Vivere è aprire una porta dopo l’altra per vedere cosa fa l’imprevedibile.

La cruna è quella possibilità che ci diamo per viaggiare tra i legami. È una narrazione di fili, punto per punto, una cura di sé e per gli altri. Dalla cruna iniziano le azioni creative e delicate, simbolo di coraggio e di resistenza, che unisce vite e mondi lontani, una piccola porta verso quella speranza dalle tinte pastello.

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