Santiago de Compostela, 3 agosto 2022

Scritto da Elisa, Matteo, Mario, Giulia e Maria.

Come è stato l’arrivo alla Cattedrale di Santiago de Compostela, dopo 210km di cammino? Quali sensazioni, quali emozioni si provano ad attraversare la città dopo aver camminato per le campagne galiziane?

Cosa osservano i nostri occhi, cosa sentono le nostre orecchie, cosa prova la nostra pelle quando si passa per i vicoletti della città vecchia e si iniziano a intravedere le guglie?

Cosa significa arrivare alla destinazione?

Gli Educatori Senza Frontiere raccontano il loro arrivo a Santiago con una storia condivisa, che racchiude tutto il senso di questo viaggio così particolare e così significativo per tutti e ciascuno di noi.

E poi, il 3 agosto 2022 arrivarono a Santiago de Compostela…

Il momento in cui si arriva a Santiago è stato emozionante. Dopo ben nove giorni di cammino e relative fatiche e dolori, entrare in quella piazza ha rappresentato la fine di un duro percorso e l’inizio di un nuovo viaggio: un viaggio introspettivo in cui un mix di emozioni esce allo scoperto. L’arrivo davanti alla Cattedrale è stato commovente e si è pronti a ripartire più ricchi dentro.

Nel buio della notte, si mossero con la sola luce delle torce. Non c’era anima viva attorno, il silenzio li avvolgeva e si sentivano solo pochi passi: i loro.

Si ritrovò nella direzione di Santiago che era giorno, quello delle prime ore, dove piano piano quei cinque diventarono una moltitudine.

Sempre di più, tra le viuzze, e si sentiva perso, e poi ritrovato. Non era mai arrivato, e ci arrivava sempre, a Santiago. E, svoltato l’angolo, si accorse che nonostante la moltitudine, era immerso in un silenzio regalato. Era nel posto giusto, in pace!

Musica,

che scuote da dentro,

risveglia le ossa,

la stanchezza scompare.

Canto,

neanche mi accordo di star sorridendo.

Ballo,

mi ride il cuore.

Due passi e…

Silenzio.

Mi riempio,

siamo arrivati;

questa è Santiago, il nome che leggiamo sui cartelli ha questo aspetto e mi parla così.

E domani non si cammina;

che ne sarà della musica dei miei passi?

Arrivò a Santiago mentre la testa ancora ronzava. I piedi pulsavano, ma non riuscì a scansare i pensieri che le si affollavano nel cuore, finchè non si ritrovò a percorrere quelle stradine grigie e strette che portavano alla Cattedrale.

Quante volte aveva pensato che non ce l’avrebbe fatta, di gettare la spugna o di partire per altri luoghi…invece, il tempo era volato e i chilometri ora sembravano centimetri. Eccola lì, in tutta la sua bellezza, la Cattedrale di Santiago, ragazzi gioiosi che ballano e cantano musiche allegre.

Si guarda intorno e anche i volti dei suoi compagni hanno la stessa espressione soddisfatta, felice anche quando stanca e segnata dalle notti senza sonno.

Pensavamo di non farcela, invece siamo partiti insieme e siamo arrivati insieme. Todos juntos.

La salita sul monte l’aveva spaventata.

Sembrava un’altra di quelle salite che ti mettono alla prova. Non era pronta a stare indietro un’altra volta. E invece non era stato così. Una salita dolce, una discesa fatta da un fiume di persone che le camminavano davanti, intorno.

Le ultime frecce gialle, musica, i sorrisi, la portarono in piazza. Vorrebbe urlare dalla gioia davanti a quella Cattedrale gigantesca che si eleva verso il cielo. Il dolore e la fatica si trasformano in un abbraccio.

E poi, un pianto liberatorio.

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