Quest’anno la nostra formazione si intitolerà “Diari di educazione itinerante” e così vogliamo portarvi per mano nei nostri diari. L’archivio storico di Educatori senza Frontiere è stato scoperchiato e trascritto da Simona Di Gallo e Veronica Pizzi. Sarà un anno tra passato e futuro, nel presente comporremo il nostro nuovo quaderno, per scrivere le nuove pagine della storia di ESF.

Diario di viaggio Honduras 2015

di Elena De Luca 

È l’ora di chiudere la camera ed il cancello.
È l’ora della conta.
Ognuno deve accertarsi del proprio compagno di stanza, che tutto sia chiuso e spento.

D’improvviso scende il buio ed il silenzio a casa Juan Pablo.

Ognuno nella propria stanza ripensa alla propria giornata, al nostro stare insieme a ciò che è stato detto, ai nostri silenzi, ai nostri sguardi che spesso valgono più di qualsiasi parola.

E poi…
E poi invece c’è chi non riesce a ritornare in camera, chi ha bisogno di andare via silenziosamente nel cuore della notte senza dire una parola, senza dare una spiegazione a nessuno.

Notti come queste fanno male, sapere che in casa manca uno di noi crea smarrimento e paura.
È in notti come queste, in cui tutto è andato fuori da ogni nostra logica, dove ci si rende conto di quanto questa casa possa pesare per molti.

Per noi è la casa delle opportunità, della rinascita, delle seconde possibilità mentre per molti spesso rappresenta il distacco dagli affetti, dalle famiglie, da vite vissute male ma che comunque hanno segnato il loro modo di essere.

C’è chi è forte e riesce a vivere questo distacco con più consapevolezza, e chi decide di andare via senza portare nulla con sé, senza dire una parola, senza avere il coraggio di salutare nessuno.

Andare via così come si è arrivati.

Ma poi c’è chi invece riesce a tornare, chi capisce che questa è la casa da cui si può ripartire e ricominciare.
Chi vede in queste mura immerse nel caffè l’alternativa alla strada, alle bande, alla droga e alla disperazione.

È la casa della ricchezza, della ricchezza di spirito, dove impari a condividere ogni cosa ci sia sulla tavola, dove vige il rispetto e la responsabilità.
Dove gioisci quando sai che chi è andato via tornerà, quando i silenzi diventano parole e le parole diventano gesti.

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