Scritto da Clara Confalonieri
“Di tutti i paesi e le piazze dove abbiamo fermato il furgone abbiamo perso un minuto ad ascoltare un partigiano o qualche ubriacone; Le strane storie dei vecchi al bar e dei bambini col tè del deserto sono state lezioni di vita che ho imparato e ancora conservo”

Sono passati ormai anni da quando li ascoltavo ma mi è sempre piaciuta e rimasta impressa questa strofa di “La Strada” dei Modena City Ramblers.

Forse perché sento che nella mia vita di minuti “persi” così, ce ne sono sempre tanti.

Ovunque io vada che sia vicino o lontano, nella straordinarietà di un evento o nella quotidianità di tutti i giorni, conservo tante storie ascoltate, chieste o origliate tra una cassa del supermercato e l’altra.

Sono una cattura- storie per eccellenza. Mi incuriosisce il percorso di vita delle persone, cosa contiene il bagaglio che si portano dietro, come hanno fatto ad arrivare dove sono. Dove siamo.

Le guardo e penso. Chissà che cosa hanno studiato, come è arredata casa loro, cosa rappresenta un tatuaggio che hanno o dove hanno comprato gli orecchini che indossano.

Perché anche gli oggetti raccontano. Anche l’arredamento di una casa. Anche un tatuaggio.

Ed è questo che mi porto via dal Madagascar. Non solo l’incontro bellissimo con i ragazzi, i sorrisi e gli abbracci dei bambini che fanno sempre scendere una lacrima prima, durante e dopo la partenza. A cui ti senti di non dire mai abbastanza GRAZIE.

Ma anche la storia della maestra che mi ha aiutato a fare le attività portando pazienza con il mio malgascio zoppicante, degli educatori che mi hanno accolto con grande calore, del cartolaio che ogni volta che entravo mi salutava con il mio nome e delle signore conosciute alla fermata del taxi-brousse che hanno condiviso un poco della loro giornata.

E pure di chi ha deciso di fare di un lavoro la propria vita. Di chi è partito dall’Italia e per scelta o per caso si è trovato a sposare questo paese e chi lo abita. Le storie di persone che si sono fatte conoscere raccontandosi, mi hanno fatto immaginare la loro vita e un po’ me l’hanno regalata. Che mi hanno permesso di vivere una bella esperienza, standomi delle volte accanto, altre davanti e altre dietro.

“Lezioni di vita che ho imparato” da persone che sono diventate amiche, di cui ricorderò una frase, un gesto, un momento passato insieme, una battuta. Perché l’esperienze sono create dalle cose che si fanno. Si FA UN’esperienza. Ma credo soprattutto che siano le persone che si incontrano che FANNO L’esperienza.

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