Scritto da Cristina Mazza

Parto da qui. Come mi è stato chiesto. Parto guardando dall’alto questo paese pieno di contraddizioni proprio come me.

Guardo da questa postazione privilegiata una città ricca di passi che hanno solcato questa santa terra prima di me, passi di uomini santi, passi di pellegrini, passi di soldati, passi di gente normale passi di chi è venuto da lontano e ha sperato di lasciare una traccia o che la terra che ha solcato la lasciasse in loro. Passi di uomini e donne pieni di speranza o non accompagnati da essa. Una città amata e odiata, ferita e calpestata, ricca e povera, piena e vuota allo stesso tempo.

Sono qui a guardare e piano piano a rendermi conto che anch’io come questa terra sono piena di contraddizioni. Da qui comincia questo viaggio in Holy Land.

Da Gerusalemme a Gerico attraverso il deserto… “un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti…. Che lo lasciarono mezzo morto… ma un samaritano ebbe cura di lui….”

Davanti alla spianata delle moschee … e ora i nostri piedi si fermano alle tue porte Gerusalemme…. A Emmaus territorio palestinese, città musulmana, una sola famiglia cristiana, due frati a custodire un messaggio… “e spezzando il pane lo riconobbero”.

Il deserto, aver cura, le radici, il pane e il padre. Queste parole hanno scandito questi giorni in un tempo quasi fuori dal tempo, un tempo che è mio e nello stesso tempo non lo è.

Ma ho trovato chi ha saputo parlarmi di quel tempo e a non farmi sentire troppo lontana da esso

Qui, al St. John Lodge i frati stanno cantando le lodi. Fuori musulmani, palestinesi, arabi israeliani, iniziano una giornata come le altre fatta di normalità. E’ possibile allora convivere con la diversità nel rispetto e nella normalità. Altri lontano dalla strada della gente vivono nell’illusione di cambiamenti non necessari.

Ma ci sono cose che non avranno mai fine. Proprio come le mie contraddizioni, che si altalenano cercando un’ oasi di pace. Saluto questa santa terra sperando di potervi approdare in un tempo che forse non sarà più il mio.

E mi dico ancora una volta…. Forse un giorno devi andare.

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