Scritto da Livia Giovagnoli

Ci sono molte donne qui, più degli uomini.

Ci sono molte donne qui, che si portano dietro un fascino ed un coraggio, sconosciuto, senza misura.

Hanno le mani magre, le gambe piccole, sottili come spighe di grano e la schiena forte.

Indossano vestiti di mille colori e cantano con la voce dei grandi cantastorie e poi, camminano sempre verso le strade che non esistono, e poi camminano sempre verso gli uomini che non le aspettano.

Sguardo fiero di chi potrebbe, cantando, raccontare storie e sogni, dolori e fatiche, di chi la miseria e la solitudine ha imparato a respirarle  non le combatte più, e se le porta scritte sotto la pianta piatta dei piedi.

Occhi scuri e vecchi  di chi, a braccia aperte, accoglie la paura, di chi sa abbracciare, di chi quella paura di se la carica sulle spalle ad ogni alba per poi magari perderla o ritrovarla al tramonto.

Schiena sempre piegata non per subire, non per cadere ma per il dolce peso di essere madri in un pezzo di terra così lontana dall’uomo, così lontana da Dio.

Ballano le donne qui, e battono le mani piccole nelle chiese, e le riempiono di colore e di figli, figli di nessuno, di tanti padri, figli solo di loro.

Sorridono senza denti e pregano sottovoce, fanno la spesa e mettono in ordine i pomodori.

Ci sono molte donne qui, e tengono i figli sulla schiena per non dimenticarsi di loro, per essere sicure che il loro cuore batta sempre, per non sentirsi sole, mai.

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