Scritto da Rosario Volpi

Capita, qualche volta sui taxi-brousse (pullmini) del Madagascar che gli autisti per farti piacere sparano musica straniera a tutto volume. E’ successo così anche l’ultima volta che sono andato ad Antananarivo, la capitale. Ci eravamo appena lasciati alle spalle Fianarantsoa, e dopo la sfilza delle solite canzoni di Celine Dion, a sorpresa, sento cantare “I migliori anni della nostra vita”, di Renato Zero. Erano secoli che non lo ascoltavo e mi sono goduto gli archi che lo accompagnano e la poesia del testo. Spesso, quando una frase mi colpisce o semplicemente mi piace, la segno sul mio taccuino verde, e così ho fatto anche quella volta. Oggi, riaprendolo in mano, gli occhi sono andati proprio su una di quelle frasi della canzone, appuntate qualche tempo fa:

“tutti vogliono tutto per poi accorgersi che è niente!”

Ci penso e ripenso, perché questo sembra l’andazzo oggi, tutti vogliamo e desideriamo tutto, tutto quello che ci passa sotto gli occhi. Per poi finire per dar ragione a Renato Zero, perché ci accorgiamo che quel tutto alla fine è un niente, che quel tutto davanti ad una amicizia, all’amore, ai legami familiari, alle relazioni e alla solidarietà, è niente, zero, non ci fa felici.

Rifletto su queste parole pensando agli 11 volontari che tra qualche giorno arriveranno qui ad Ambalakilonga per un esperienza di conoscenza, condivisione e servizio. Volontari dai 16 ai 74 anni che affrontano un viaggio lunghissimo e a loro spese, “solo” per un incontro,  un incontro all’insegna della semplicità e dell’amicizia. Rifletto sulla loro età, alcuni molto giovani, appena adolescenti, altri che hanno già vissuto una vita ricca di esperienze, già nonni, e mi dico, con un’altra espressione della canzone che “questi sono e resteranno per sempre i migliori anni della nostra vita”. Già, non importa l’età, ma ognuno di noi può scegliere di fare dei suoi giorni, dei suoi anni, i migliori di sempre, a qualsiasi tappa della vita.

“Forse  – dice Renato Zero –  un giorno scopriremo che tutta questa tristezza in realtà non è mai esistita” forse ci siamo lasciati angosciare da cose futili, per cose inutili, da niente. Forse incrociando lo sguardo di altri uomini e donne come noi, stringendo le mani e abbracciando bambini, accogliendo le speranze dei giovani di un Paese giovane come il Madagascar, ci accorgeremo che possiamo essere felici con poco e di poco.

No, non importa l’età, importa quanto vuoi essere felice, felice insieme ad altri e non da solo.

Non sono importanti le cose che possiedi, ma il desiderio di condividerle con altri.

Possiamo scegliere, e non sentirci sempre determinati da scelte altrui.

Questi nostri amici volontari, giovani e diversamente giovani ci insegano proprio questo che ognuno di noi, anch’io e tu che stai leggendo, possiamo fare in modo che questi che stiamo vivendo, siano  i migliori anni della nostra vita!

 

 

 

 

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