Scritto da Marco Zanellato

Isola d’Elba, terra di cambiamento: lo è stato fin da subito, fin dalla notte prima della partenza.

Come qualsiasi viaggio, la notte che precede la partenza ci si gira e rigira nel letto, ma qui già noto la prima modifica rispetto a un anno fa.

Quando partivo per l’Honduras, temevo e sognavo il giorno seguente, dormivo di emozioni incerte; ero figlio di quell’esperienza. Poco più di un anno dopo, mi ritrovo a partire, suddividendo il mio viaggio tra educatori senza frontiere e i ragazzi della cascina di Milano, sento di dover far vivere emozioni ad altri, sento che devo creare attimi unici per loro, mi sento padre di quest’avventura.

Isola d’Elba, terra di cambiamento: perché il bello di questo cammino infinito è proprio quello che il primo che deve mettersi in gioco è l’educatore stesso… e allora eccomi entrare in crisi per non essere in grado di strutturare in quei tempi e spazi tutto ciò che si era organizzato.

Allora ecco la mano tesa dei colleghi o, meglio ancora, amici, per farti capire che non tutto deve per forza essere organizzato a puntino; quel velo d’incertezza ci sta facendo vivere momenti unici.

Isola d’Elba, terra di cambiamento: quando per caso ritorni in una spiaggia dove avevi dormito durante il viaggio della maturità, ti fermi un attimo e ti senti diverso, ti senti cresciuto fuori e soprattutto dentro.

Isola d’Elba, terra di cambiamento: quando lungo la spiaggia, un ragazzo prende i suoi pearcing e li getta, per fermarsi un attimo e ripartire.

Stiamo cambiando, stiamo crescendo insieme, guardiamo il mare e respiriamo il vento fresco dell’ Isola d’Elba: la terra di cambiamento.

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