Scritto da Rosari Volpi

Nei paesini siciliani, come quello in cui sono nato, quando ci si presenta a qualcuno ci si sente chiedere normalmente “a cu apparteni?” a chi appartieni? Di chi sei? E così parte la spiegazione, sono Rosario, figlio di Gino. Da li, con un certo senso di tranquillità partono altre domande di approfondimento “ah si, Gino, figlio di Aldo il sarto?”, succede così, che ci si conosce tutti. Già, tu sei perché “appartieni” a qualcuno, sei riconoscibile in quanto figlio di qualcuno. Così emergono e si perpetuano le radici della tua storia, io sono Rosario, figlio di Gino, perché è Gino che mi ha dato la vita. Questo diventa più evidente nella bella tradizione di dare ai figli il nome del nonno, è stato così per mio fratello e per tanti miei cugini che portano il nome del nonno. Ci si trova così a distinguerli ogni volta col nome del padre, e quindi c’è Aldo di Enrico, Aldo di Pino, Aldo di Salvatore, Aldo di Mario e così via.

In Madagascar al contrario, c’è un’altra tradizione “fomba” come si dice qui. Quando nasce un bambino o una bambina, sono i genitori che prendono il nome da lui. Così dal momento in cui il figlio viene al mondo, non sei più Jacques o Jocelyn, ma diventi dadan’ny Giulio e dadan’ny Hasina (papà di Giulio e papà di Hasina). Chi ti incontra non ti dirà più “ciao Stella come va?” no, ti dirà “ciao mamma di Fitiavana come va?”. In questa visione, i genitori, diventano riconoscibili in quanto madri e padri del loro figlio/figlia. Io sono padre perché da me è uscita una nuova vita, una vita che ha i miei stessi occhi, lo stesso colore dei miei capelli, il sorriso di mia moglie, e noi prendiamo il suo nome. Siamo padre e madre perché adesso c’è un figlio e io mi riconosco in lui.

Due visioni differenti, la prima legata alla storia, alle radici, e questa malgascia che si proietta in avanti verso il futuro, la vita che continua.

Auguri quindi a tutti i papà malgasci che oggi celebrano la loro festa, con la speranza che non dimentichino che il regalo più bello sono proprio i loro figli!

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