Scritto da Rosario Volpi

Le risaie si colorano di giallo, in Madagascar è il tempo del raccolto. Le spighe dorate finalmente danno risalto e splendore alla fatica e al lavoro di molti uomini e donne.

È il tempo del raccolto e non posso fare a meno di pensare alle analogie tra il lavoro dell’uomo nei campi e il nostro di educatori.

Ci accomunano molte azioni: seminare, prendersi cura, proteggere….

Ci accomunano molti sentimenti: speranza, preoccupazioni, inquietudine, scoraggiamento, emozioni e stupore, angoscia, trepidazione, coraggio, rischio…

Ma più di tutto, forse, ci accomuna il “tempo”. Si  dice che “l’attesa accomuna gli agricoltori, le mamme e gli educatori” ed è proprio l’attesa nella speranza che investiamo tutto.

È il tempo del raccolto.  Oggi finalmente uomini e donne che hanno fecondato la terra con il loro sudore potranno raccogliere i frutti del loro duro lavoro.

È il tempo del raccolto, ma, ognuno di noi educatori, in fin dei conti, sa che difficilmente vedrà qualche risultato. Abbiamo ascoltato, accolto, accompagnato, abbiamo gioito e pianto nella fiducia che tutto questo diventi seme di speranza, germoglio di vita.

È il tempo del raccolto, ma questo non è il nostro mestiere, noi non raccogliamo soddisfazioni, noi siamo seminatori, i frutti poi saranno quelli dell’impegno e della costanza che ci abbiamo messo, i frutti matureranno in uomini liberi che non devono dare valore al nostro lavoro ma alla loro voglia di vivere.

È il tempo del raccolto, ma per noi, ogni giorno è il tempo della semina.

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