Scritto da Cristina Mazza

C’è il tempo del capire

C’è il tempo della paura

C’è il tempo del riconoscimento

C’è il tempo della ribellione e della presa politica

C’è il tempo della consapevolezza

C’è il tempo del generare

C’è il tempo dell’amare

C’è il tempo del seminare

E poi c’è il tempo della raccolta

E quello del guardare da lontano

E poi c’è il tempo del lasciare spazio e quello del tempo che si porta via il tempo.

Ho passato gran parte di queste fasi.

Oggi ho mandato un messaggio alle mie amiche….. “a noi che facciamo la differenza nell’oggi.”. L’ho mandato anche alle mie figlie.

Più invecchio e più penso che la donna in questo mondo faccia la differenza, pur non riconosciuta, pur non apprezzata, pur disprezzata, pur ostacolata.

Si noi facciamo la differenza.

Nei secoli il senso di inferiorità ci ha accompagnato. Ad oggi qualcosa è cambiato, ma forse non tanto. E’ sempre certamente più difficile. Ma la minoranza, mi hanno insegnato, fa la differenza. Prima o poi.

Non sono per le grandi battaglie, per le discese in piazza, per le dita che si congiungono a forma di triangolo. Rispetto le scarpe rosse con i tacchi a spillo di  oggi portati dagli uomini contro la violenza alle donne. Credo però che la differenza si faccia nella quotidianità. Credo che gli uomini vadano educati ancora e più al rispetto dell’altro, ma soprattutto al riconoscimento del valore dell’altro. Trovo una frase molto bella e interessante nel libro di Robin Norwood “Un pensiero al giorno – per le donne che amano troppo” che dice: “ Nulla è destinato a restare uguale, se non andiamo avanti scivoliamo indietro”.

Questa è una grande responsabilità, in questa ricorrenza ma in ogni giorno che incontriamo.

Il mio pensiero oggi va a quelle donne che hanno fatto un passo avanti ma che altri hanno costretto a fare lo stesso passo indietro. A quelle donne che hanno scelto tra il lavoro e la famiglia e a quelle che non possono scegliere. A quelle che amano troppo, a quelle che si dimenticano, a quelle che generano, a quelle che accompagnano, a quelle che allungano la mano sulla strada, a quelle che hanno dimenticato cosa significa essere donne, a quelle a cui il dolore lacerante ha tolto ogni respiro, a quelle che sono sopravvissute a ciò che hanno generato.

Ma va anche a quelle donne che sorridono, che volano alto, che apprezzano i doni della vita, che leggono la storia, che vivono il quotidiano, che apprezzano ciò che hanno e a quelle che  fanno la differenza in questo oggi.

 

 

Condividi su: